Home Mangiare Ristoranti 6 wine resort da provare per scoprire l’Etna e il suo vino

6 wine resort da provare per scoprire l’Etna e il suo vino

di Salvatore Spatafora 18 Dicembre 2019 11:09

Per scoprire la zona dell’Etna e i suoi vini, niente di meglio dell’esperienza dei wine resort: vi consigliamo i nostri preferiti, anche in inverno.

Per Forbes la Sicilia è al secondo posto nella classifica delle migliori destinazioni da visitare nel 2020 (lista stilata dall’agenzia Ovation Travel Group’s). Ad attrarre i viaggiatori ci sarebbero il wine resort è un sistema di ospitalità che ruota intorno al vinoalcuni dei siti turistici più notevoli del mondo” e “il paesaggio misterioso dell’Etna, il più grande vulcano d’Europa e uno dei vulcani più attivi al mondo”. Ed è proprio alle pendici dell’Etna che si è sviluppato un virtuoso sistema di ospitalità che ruota attorno al mondo del vino. Negli ultimi anni sono nati infatti eleganti wine resort ricavati da antichi palmenti, i luoghi che nell’antichità erano destinati alla pigiatura delle uve e alla fermentazione dei mosti. A rendere unico questo territorio è la presenza del vulcano (A Muntagna come la chiamano i locali) che genera un clima montano a latitudini mediterranee. E poi i suoli lavici che alla fine dell’Ottocento hanno impedito alla filossera di attecchire e distruggere i vigneti come nel resto d’Europa, tanto che oggi sono ancora presenti i maestosi alberelli centenari (vigne prefillossera).

L’Etna è un monumento naturale – afferma Antonio Benanti, presidente del Consorzio di Tutela Vini Etna Docda visitare tutto l’anno: la stagione enoturistica non si limita solo ai mesi estivi e i viaggiatori, sia stranieri che italiani, apprezzano particolarmente l’ospitalità intima e accogliente delle nostre strutture che rifuggono dalle logiche del turismo di massa per sposare invece una filosofia più a dimensione d’uomo”. tante sono le attività da svolgere anche nel periodo invernale Tante le attività praticabili nel periodo invernale: ci sono le visite guidate in cantina con degustazione di Carricante e Nerello Mascalese, le due varietà principali del Vulcano; i ristoranti che propongono le ricette tipiche della tradizione etnea improntate sulla cucina di montagna; per gli amanti dello sport e della Natura invece le escursioni a piedi, a cavallo, in bici, in jeep tra boschi e sentieri del Parco dell’Etna, fino ai crateri sommitali a oltre 3000 metri. Tra le esperienze più originali e divertenti c’è quella di esplorare il territorio a bordo dell’antica littorina della Ferrovia Circumetnea (info e prenotazioni sul sito della Strada del Vino dell’Etna). Di seguito i migliori wine resort dell’Etna dove alloggiare.

  1. Monaci delle Terre Nere – Zafferana Etnea. Il fondatore e proprietario Guido Coffa ha impiegato 5 anni nel recupero di questa dimora nobiliare del XVII secolo ubicata alle pendici del Monte Etna e fondata dai monaci dell’ordine di Sant’Anna. Realizzata con le caratteristiche di un singolare country boutique hotel, Monaci delle Terre Nere coniuga la più autentica tradizione siciliana con elementi di design. Le camere sono dislocate tra la villa principale e le suite diffuse, circondate dai 24 ettari della tenuta dove sono coltivati, in regime biologico, la maggior parte dei prodotti utilizzati nella cucina del ristorante Locanda Nerello e i vigneti da cui si ottiene il vino di Monaci. Da quest’anno la struttura di charme è entrata a far parte dell’associazione internazionale Relais & Chateaux e nel 2020 è prevista l’apertura di un nuovo ristorante, tre nuove suite e una bakery.
  2. Zash – Riposto. Un’antica casa padronale dei primi del Novecento, in una frazione di Riposto, riconvertita dalla famiglia Maugeri in country boutique hotel. Zash dispone di 17 camere, per un soggiorno a stretto contatto con la natura grazie al sapiente gioco di trasparenza delle ampie finestre che si affacciano sulla suggestiva campagna siciliana. Novità di quest’anno le 4 glass cube room con piccola piscina privata, per il massimo in termini di privacy e comfort. Punto di forza di Zash è il ristorante ricavato intorno e dentro la vasca dove un tempo si fermentava il vino. Un luogo unico dove il fascino ruvido e autentico dell’antico palmento incontra la cucina elegante e raffinata dello chef Giuseppe Raciti, recentemente insignito dell’ambita stella Michelin dagli ispettori della guida 2020.
  3. Donna Carmela – Giarre. Donna Carmela è il raffinato resort voluto dai Faro, famiglia leader in Europa nel settore del florovivaismo. Qui il fascino di un’antica dimora siciliana ottocentesca sposa l’arte moderna e il design. Tutt’intorno piante mediterranee, subtropicali e fiori di ogni varietà per scoprire la Sicilia anche attraverso i suoi odori e profumi. Emozionante l’esperienza di dormire nei lodge ecosostenibili, perfetto esempio di bioarchitettura sostenibile. Tra le novità di quest’anno l’apertura del ristorante La Cucina di Donna Carmela anche agli ospiti esterni che non pernottano in hotel. Quattro le mani e due i cuori, quelli degli chef Piergiorgio Alecci e Rosario Parisi, entrambi under 30. Ad accompagnare le loro proposte gastronomiche una vasta lista di vini, fra cui le imperdibili etichette della cantina Pietradolce di Michele Faro.
  4. Tenute di Fessina – Castiglione di Sicilia. Tra i produttori che hanno dato nuovo slancio all’enologia sull’Etna, Silvia Maestrelli – di una famiglia imprenditoriale fiorentina – arriva sul vulcano sulla scia di un innamoramento per questo territorio ricco di contrasti. Il progetto di creare una cantina prende corpo nel 2007 quando la produttrice toscana acquista un vecchio vigneto di Nerello Mascalese risalente al secolo scorso. Al centro della vigna, un vero scrigno: un palmento del Settecento in pietra lavica, con l’antica chianca – torchio per la pressatura delle vinacce – ancora intatta. Oggi uno degli obiettivi più importanti per Tenuta di Fessina è quello di aprire il giovane territorio etneo alla divulgazione ed all’ospitalità enologica. Da qui la decisione di creare sei camere arredate con oggetti d’arte siciliani e pietra lavica decorata.
  5. Barone di Villagrande – Milo. Una residenza nobiliare di campagna ancora abitata dai suoi proprietari. Il wine resort dei Nicolosi Asmundo è completamente immerso nel verde e nel silenzio dei boschi dell’Etna. Solo 4 camere, per pochi e fortunati ospiti che possono così vivere l’atmosfera autentica di questa dimora storica, assistere al lavoro quotidiano nelle vigne e in cantina, degustare i vini ascoltando i racconti direttamente dalla voce di chi li produce. Tra i punti di forza di Barone di Villagrande c’è sicuramente la spettacolare piscina con vista panoramica sui vigneti terrazzati e il ristorante con i piatti stagionali preparati dalla giovane chef Giulia utilizzando gli ingredienti dell’orto biologico della tenuta.
  6. Shalai – Linguaglossa. Linguaglossa, piccolo centro sul versante nord-est dell’Etna, è la base ideale per chi decide di trascorrere una vacanza alle pendici del vulcano. Da qui è possibile raggiungere facilmente i comprensori dove si praticano gli sport invernali. In questo suggestivo borgo si trova la prima dimora di charme etnea aperta al pubblico: Shalai (in dialetto siciliano gioia piena, soddisfazione appagante) è ricavato all’interno di una palazzina signorile dell’Ottocento. Il progetto è della famiglia Pennisi, da anni impegnata in attività legate alla gastronomia di qualità e alla promozione dei prodotti tipici del territorio. A disposizione degli ospiti delle 13 camere ci sono un centro benessere e il ristorante 1 stella Michelin guidato dallo chef Giovanni Santoro.