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Miti da sfatare: il tè fa male?

di Silvia Cutolo • Pubblicato 6 Novembre 2020 Aggiornato 24 Marzo 2022 16:29

Il tè è una delle bevande più amate e diffuse al mondo, ma come tutte le cose non andrebbe consumata in eccesso: ecco perché.

Il è la bevanda più consumata al mondo: aromatico, rinfrescante e ricco di sostanze biologicamente attive ampiamente indagate per i loro potenziali effetti benefici sulla salute. Si ottiene per infusione delle foglie di Camellia sinensis, una pianta della famiglia delle Theaceae originaria di un’area compresa la tra Birmania e la Cina meridionale. Il nome deriva dal carattere cinese 茶, pronunciato , con significato di erba amara. Nella Cina meridionale la pronuncia è diversa, chan, e forse anche il significato, foglia. Da questi termini derivano i termini utilizzati nel mondo occidentale, tè, thè o tea.

Lavorazione e varietà

La lavorazione delle foglie del tè comporta differenti fasi: appassimento, arrotolatura, fermentazione, essiccazione e selezione. A seconda delle diverse modalità di lavorazione si ottengono diverse varietà di tè. Le tre principali sono: tè verde, tè Oolong, tè nero. Accanto a queste  varietà principali ne esistono diverse altre come il tè bianco (prodotto esclusivamente da germogli), il Pu-erh (un tè verde le cui foglie sono fermentate per azione di particolari ceppi microbici), lo Hoji-cha giapponese (un tè essiccato ad alte temperature dall’aroma ricchissimo) e il kicucha, sempre nipponico, ottenuto dai rametti tostati della pianta del tè.

Composti biologicamente attivi

Le foglie del tè sono una miniera di composti biologicamente attivi, si ritiene che ne siano presenti almeno 2000. Tra questi risultano rilevanti polifenoli, carotenoidi e clorofilla, alcaloidi come la caffeina e la teofillina, lignani, aminoacidi particolari come l’L-teanina, oltre che vitamine e minerali in piccole quantità. Tra i polifenoli più abbondanti nelle foglie di tè troviamo le catechine, cinque diversi composti tra i quali l’epigallocatechin-3-gallato è uno dei più studiati. Nel tè verde abbondano soprattutto catechine, mentre nell’Oolong e nel tè nero aumenta progressivamente la quantità di teaflavine e tearubigine presenti, grazie alla prolungata opera di fermentazione enzimatica. Nel tè sono molto abbondanti anche i flavonoli come kaempferolo, quercetina e miricetina.

La questione della teina

Bisogna considerare anche la presenza della teina, che come la caffeina può avere degli effetti sovra-eccitanti, anche se il tè ne contiene meno: una tazzina di espresso ha 80 mg di caffeina, rispetto ai 70mg di teina contenuti in una tazza di tè nero e ai 45mg di una tazza di tè verde. In generale, dovrebbero limitarne il consumo tutti coloro che risentono di più dell’effetto della teina, come ad esempio i consumatori non abituali. In essi la teina potrebbe avere degli effetti sul sistema nervoso centrale, come eccitazione o insonnia.

Tè e salute: benefici e controindicazioni

Una tazza di tè contiene circa 250-350 mg di solidi: oltre il 40% di questi sono catechine e circa il 5% è caffeina. Si tratta di una concentrazione notevole di sostanze biologicamente attive che sono state ovviamente messe in relazione con i molti benefici per la salute da diversi studi epidemiologici che hanno indagando popolazioni con elevato consumo di tè. il consumo di tè ha un'azione antiossidante e diminuisce il rischio di lesioni a livello dei vasi sanguigni Per molto tempo l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sul tè verde, più ricco di catechine, piuttosto che sul tè nero in cui predominano teaflavine e tearubigine, ma recenti lavori evidenziano effetti positivi anche per il tè nero. Molto studiato l’effetto protettivo del tè e dei suoi composti nei confronti delle malattie cardiovascolari. Studi epidemiologici hanno evidenziato una riduzione del rischio legato a queste patologie tanto maggiore quanto maggiore risulta essere il consumo quotidiano di tè. Studi clinici hanno invece dato un quadro molto più sfumato, con alcuni lavori che indicano una riduzione apprezzabile di specifici marker del rischio (colesterolo LDL, trigliceridi,  stress ossidativo) mentre altri non hanno fatto rilevare effetti apprezzabili. Risultati più omogenei e decisamente positivi legano il consumo di tè, sia verde che tè nero, a una riduzione del rischio di lesioni a livello della parete dei vasi, sia per una probabile azione antiossidante sia per un diretta azione vasodilatativa.

Positivi anche i risultati  degli studi che indagano la relazione tra consumo di tè e ipertensione, con riduzione apprezzabile dei valori pressori, probabilmente legata a un’azione inibitoria sull’enzima convertitore dell’angiotensina, uno dei principali enzimi ad azione ipertensiva. Studi in vitro e sul modello animale hanno mostrato come le catechine e gli altri componenti del tè possano agire su cellule tumorali influenzandone i processi metabolici con differenti modalità, inibendone la proliferazione e inducendone l’apoptosi, la morte cellulare programmata i cui meccanismi sono spesso alterati nelle cellule tumorali. I dati che derivano dagli studi epidemiologici sono tuttavia molto confusi e ancora insufficienti per indicare un qualche ruolo del tè nella prevenzione del cancro, rilevando tuttavia come un consumo abituale e moderato possa esser ritenuto sicuro.

Tè verde e dimagrimento

Uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori del consumo di tè verde, presumibilmente a secchiate quotidiane, è legato alla supposta capacità della bevanda di poter facilitare il dimagrimento, con riduzione significativa della massa grassa. Gli studi clinici danno risultati molto variabili, e c’è da sottolineare che quelli che danno risultati positivi mostrano un aumento davvero modesto dei processi ossidativi e una perdita di peso altrettanto modesta. Altra dote magnificata del tè, e di quello verde in particolare, è quello di essere una miniera di antiossidanti, terrore dei radicali liberi di ogni dove. In effetti dopo il consumo di tè la capacità antiossidante del plasma pare aumentare in maniera significativa e una dose giornaliera di due tazze già sembra essere sufficiente ad ottenere un aumento apprezzabile.

Controindicazioni mirate

Il consumo di tè non pare presentare controindicazioni importanti. Un consumo eccessivo può portare a tossicità da caffeina o a problemi di fluorosi, per l’aumentato apporto di queste sostanze. come sempre bisogna tenere conto di non eccedere nel consumo Un elevato consumo di tè è sconsigliato durante gravidanza e allattamento per la rilevante presenza di caffeina nella bevanda. Sono possibili interazioni con anticoagulanti, con riduzione dell’efficacia, e con statine. Molti farmaci interferiscono invece con il metabolismo della caffeina e la loro assunzione in concomitanza al consumo di elevate quantità di tè potrebbe incrementare gli effetti avversi dovuto a eccessivo consumo di caffeina. Inoltre la caffeina potrebbe interferire con l’azione di alcuni farmaci come e psicofarmaci. Per forti bevitori di tè in terapia farmacologica è quindi opportuno la presenza di possibili interazioni, consultando il proprio medico, per evitare potenziali problemi. I flavonoidi presenti nel tè verde possono legarsi al ferro non-eme inibendone l’assorbimento. Il ferro non-eme è la forma di ferro più abbondante negli alimenti di origine vegetale. Se si consuma del tè durante un pasto è sempre bene assicurarsi che siano contemporaneamente presenti alimenti ricchi di vitamina C che non soltanto aumenta l’assorbimento del ferro ma pare anche ridurre l’azione inibitoria svolta dai polifenoli. Un accorgimento importante per chi presenti carenza di ferro.