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Mangiare sul Gargano: 30 ottimi indirizzi da Peschici a Vieste e dintorni

di Francesca Feresin 23 Luglio 2021 10:45

Il Gargano è forse una delle zone ancora da scoprire totalmente in Puglia: vi suggeriamo ottimi indirizzi per mangiare davvero bene.

Pensate che la Puglia sia solo Salento? Non avete mai visto un trabucco? Credete che i sospiri siano solo un dolce sardo a base di mandorle e che i limoni più buoni si colgano a Sorrento? un indirizzario gastronomico dedicato alla puglia meno battuta Se la risposta alle precedenti domande è solo e soltanto sì, vi tocca fare un salto nel Gargano, lo sperone più nascosto e sottovalutato d’Italia, dove mare Adriatico, montagna e buona cucina si incontrano in una sinfonia armonica e affascinante. Questo lembo di terra si estende nella parte settentrionale della Puglia e corrisponde al settore nord-orientale della provincia di Foggia tra Peschici, Vieste, Rodi Garganico e il Lago di Lesina e di Varano, ma non solo. E in queste piccole realtà paesane a picco sul mare si nascondono tesori gastronomici, pizzerie, ristoranti e gelaterie che fanno invidia al resto del mondo. L’importante è conoscerli. Se abbiamo dimenticato qualcuno dei vostri posti del cuore – e può succedere – segnalatecelo.

  1. Pina Gel (corso Umberto I 7 – Peschici). Da Iginio Ventura, alla gelateria Pina Gel, presente dal 1984 a Peschici, si mangia il gelato come una volta. Circa 24 i gusti in bancone, conservati in pozzetti o carapine, ottenuti da materie prime di altissima qualità principalmente del territorio e della stagione corrente. Imperdibile la Crema degli Angeli, la classica crema a base di solo tuorlo d’uovo, cotta e girata a mano sul fuoco, perfezionata con la ricetta segreta di nonna Lucrezia o ancora  la stracciatella di Arancia Amara del Gargano con scorzoni di arance candite bagnati nel cioccolato fondente fuso e il sorbetto di More Selvatiche del Gargano o  Amarene del Gargano. Dal 2015 è attiva l’Ape Gelateria che porta il gelato Pina Gel fuori dalla bottega, in giro per il Gargano e la Puglia intera.
  2. Al Trabucco da Mimì (località Punta San Nicola – Peschici). Incastonato nel costone roccioso di Punta San Nicola, Mimì è probabilmente la realtà più famosa del Gargano. E per la comparsa, e vittoria, al programma televisivo 4 Ristoranti e per il meraviglioso panorama che si gode dal tavolo al tramonto, questo ristorante ha fatto breccia nel cuore degli italiani tutti. Da cinque generazioni il trabucco, della famiglia Ottaviano, offre da mangiare il raccolto del giorno della tradizionale “macchina da pesca” che è il trabucco stesso. E quindi grande spazio a pranzi, cene, aperitivi, e per chi desidera anche pernottamento. Lo chef Domenico Ottaviano offre piatti di pesce dal gusto contemporaneo da assaggiare in più bocconi attraverso tre menu degustazione o più semplicemente alla carta. Da non perdere la zuppa “fai da te” ed i Troccoli seppia, sponzali e ceci. Più semplice la proposta aperitivo. Ampia e approfondita sulla regione Puglia la carta dei vini con etichette di piccole aziende affiancate a nomi più prestigiosi. 
  3. Trabucco Monte Pucci (località Montepucci – Peschici). Un altro trabucco da assaggiare a Peschici è Monte Pucci. Qui protagonista è il pesce freschissimo, pescato dagli stessi proprietari o acquistato da pescatori del posto e declinato in assaggi di cucina tradizionale ma non troppo. Trovate in menu la zuppa di pesce, i troccoli al nero, i rigatoni al ragù di granchio o ancora i bocconcini di cefalo pastellato con cipolle in agrodolce ed il rombo in guazzetto. Non si può non concludere con il Boccon di vino, una torta pan di Spagna al cioccolato e vino rosso. La carta dei vini è piccola, con una particolare attenzione alla Puglia. Attenzione, qui si pranza e si cena, ma non si fanno aperitivi. 
  4. Camavitè (località Paglianza – Peschici). Ristorante e lounge bar tra Vieste e Peschici, a picco sul mare, è Camavitè della famiglia De Nittis. Piatti della tradizione pugliese di terra e di mare abbinati a un’ampia cantina e cocktail d’autore sono la chiave di volta di questo gioiello, nascosto in un braccio di costa. Per il pranzo – cena ci si diverte tra due opzioni di degustazione che regalano un’ampia panoramica sulla buona gastronomia pugliese: da una parte “Il buon viaggio” con piatti della tradizione come fave e cicorie, cozze ripiene di Canestrato DOP foggiano, uova e pane cotte lentamente nella salsa di pomodoro e basilico; dall’altra il “Di drink non si comanda” con cinque piatti abbinati a cinque cocktail a metà strada tra il classico ed il contemporaneo come “l’acqua sala di mare” con pane all’acqua di pomodoro, battuto di gamberi bianchi, arancia del Gargano e ravanelli marinati da gustare assieme al “Fuoco Lento”, un drink a base di Aperol, fermentato di pesca amara, Ron Botran Reserva e bitter all’arancia del Gargano. Sempre aperta l’opzione di cenare alla carta. Taralli salati, olive, calici di vino e cocktail animano l’aperitivo che può essere arricchito da sfizi e piatti pensati ad hoc come focacce, crudi e fritture mai banali. Da non perdere le ostriche del Gargano, ciccione e succosissime.
  5. Porta di Basso (via Cristoforo Colombo 38 – Peschici). Otto tavoli su una scogliera alta più di cento metri in un vecchio frantoio sono ciò che caratterizza Porta di Basso, il ristorante fine dining di Peschici. Lo chef Domenico Cilenti fa vivere ad i suoi ospiti un’esperienza totalizzante, nella spontaneità e genuinità dei prodotti locali rielaborati con criterio e tecnica. Il percorso gastronomico-cromatico di Domenico si sviluppa attorno a tre menu degustazione a cui si aggiunge la carta tradizionale. Tra le proposte emergono il cubo di pane all’ acqua sale di pomodoro, carpaccio di branzino e arance, i tubetti ai ricci e spuma di mare ed il maialino al nero di Troia, bietola e mandorle. Da non tralasciare il lato dolce del ristorante con Annalisa un dessert a base di limone, yogurt e arancia che omaggia Annalisa Nullo, perfetta padrona di casa assieme al maître Maurizio Azzellino. Ampia e ispirata la carta dei vini che racconta il territorio con alcuni accenni importanti all’estero.
  6. La Chiusa delle More – La Terrazza (via del Pozzo – Peschici). Incastonato in una distesa di ulivi secolari nei pressi di Peschici, il ristorante La Terrazza all’interno dell’hotel La Chiusa della More dei coniugi Antonella e Francesco Martucci, offre la cucina calda e familiare elaborata da Antonella. Ottimi in ingresso i rotolini con mousse di ricotta al profumo di tonno e basilico e le polpettine di pesce su vellutata di fagiolini e filetti di pomodoro. Sfizioso anche lo strudel di moscardini con provola affumicata. Si chiude con dolcezza con dessert e rosoli di produzione casalinga. La cantina è ben fornita soprattutto di etichette regionali. Impareggiabile è la vista sul mare del Gargano. Nei mesi estivi si organizzano anche corsi di cucina.
  7. Pizzeria La Piazzetta da Nino (via Malacera 1 – Peschici). Informalità è la parola d’ordine da Pizzeria La Piazzetta da Nino a Peschici. Qui su tavoli in plastica e tovaglie di carta si mangia un’ottima paposcia, detta anche pizza alla vampa perché cotta con la fiamma del forno a legna. Si dice sia proprio Nino l’inventore di questa specialità: un pan focaccia croccante che si vede abbondantemente riempito di molteplici ingredienti poveri ma gustosi come caciocavallo, gorgonzola, pomodoro fresco e prosciutto crudo, o nella versione più semplice cacio e crudo o ancora in veste dolce.
  8. Piccadilly Pizzeria (via XXIV Maggio – Peschici). La pizzeria Piccadilly di Nicola Vecera a Peschici sta facendo impazzire tutto il Gargano con condimenti nuovi e divertenti sopra un disco di pizza soffice ed estremamente digeribile. Tra i gusti più interessanti c’è quello che sposa, su una base di mozzarella, fiordaliso, rose rosse, betulla, salmone, salicornia e datterino giallo.
  9. Piazzola Verde (litorale Peschici-Vieste km 52 – Peschici). Sempre a Peschici il ristorante e pizzeria “Piazzola Verde” offre una cucina semplice, senza pretese, di altissima qualità e fattura. A primeggiare sono le materie prime ed il prodotto locale, lavorato il meno possibile. Lo chef Alessandro Dora Delli Muti cucina dei fantastici paccheri al dente e ben avvolti dal sugo di pesce del giorno.
  10. Eden (via Spiaggia 29 – Peschici). Con i piedi nella sabbia, quasi a toccare il mare del molo di Peschici, si mangia all’Eden. Si inizia con l’aperitivo con qualche ostrica inframezzata da una frittura di pesce, incipit perfetto alla cena vera e propria, la cui unica protagonista è la grigliata di pesce. La stessa grigliata che ha fatto guadagnare il famoso bonus dei cinque punti al locale nel programma 4 Ristoranti di Borghese.
  11. Panini di Mare (via Castello 40 – Peschici). Locale fresco e giovane, Panini di mare è un fast food all’italiana. Tra i primi franchising di cibo italiano basato su una ristorazione di mare veloce, sana e di qualità, risultato dell’esperienza di Mario Ottaviano, chef e patron del Trabucco da Mimì, Panini di Mare sta conquistando l’Italia con due sedi a Milano, una a Torino e due nel Gargano, a Vieste e Peschici. Qui, come si evince dal nome, il cavallo di battaglia sono i panini di mare ma non solo: grande spazio anche a tartare, carpacci, pesci in vasocottura e insalatone. In abbinamento vino, birre artigianali e soft drink.
  12. Cantina Il Trappeto (via Casale 168 – Vico del Gargano). In uno dei borghi più suggestivi del Gargano, a Vico del Gargano, il Trappetto è un’enoteca con cucina semplice e gustosa. Ricavata in un vecchio frantoio ipogeo scavato nella roccia, alla cantina si assaggia una cucina prevalentemente di terra: bruschette al lardo, frittate cotte nel forno a legna, melanzane e peperoni ripieni, orecchiette e poi le cozze, che in Puglia non possono mai mancare. Altro cavallo di battaglia dell’attività è la Paposcia, un pan focaccia tipico del luogo cotto al forno a legna e farcito di ogni ben di Dio.
  13. Pasticceria Di Maria Il Dolce della Sposa (corso Re Umberto 93 – Vico del Gargano). Non si può andar via dal Gargano senza aver provato il Sospiro, detto anche “Dolce della sposa”, che da antica ricetta vichese è a base di pan di spagna ripieno di crema pasticcera, crema al cioccolato e ghiaccia di copertura definita nel dialetto locale naspro. La sua più alta espressione è alla Pasticceria Di Maria a Vico del Gargano.
  14. Il mago della paposcia da Willy (via Sbrasile 7 – Vico del Gargano). A Vico del Gargano, da Willy si mangia una delle paposce migliori. Questa pagnottella farcita, presidio Slow Food, che somiglia molto alla puccia salentina e al panuozzo – saltimbocca campano è farcita, per esempio di caciocavallo e cime di rape, e mangiata in fretta e furia, anche in piedi, o ai tavolini di plastica davanti al locale.
  15. Pizzeria L’Angolo (piazza Pelilli 4 – Vico del Gargano). Sempre a Vico del Gargano un altro luogo cult per la paposcia è Pizzeria L’Angolo. Anche qui l’informalità regna sovrana: si ordina, si aspetta e si mangia la paposcia calda con le mani raccogliendo le briciole in un piatto di plastica.
  16. Pizzeria Le Macine (via degli Emigrati 5 – Vico del Gargano) offre un’ottima pizza in stile campano preparata dalle mani sapienti del maestro pizzaiolo Domenico Di Noia. Tra i condimenti più interessanti, omaggio al territorio, c’è quello che unisce l’olio al limone Chérie alla mozzarella di bufala de Il Parco, con l’aggiunta della scorza del limone femminello del Gargano IGP, basilico e pepe rosa.
  17. Radici – ristorante enoteca garganica (via Michele Clienti 6 – Vico del Gargano). Leonardo Di Fine, in cucina, e Martina Russi, in sala, da maggio 2018, sono attivi nella loro attività Radici – ristorante enoteca garganica nel centro di Vico del Gargano, che propone una cucina contemporanea ma con i piedi per terra, dove stagionalità e ingredienti freschi come pescato locale, verdure e ortaggi dell’orto hanno il ruolo da protagonisti. Cozze marinate e salicornia, baccalà fritto su crema di bufala di Lesina, carbonara podolica, il capitone di Varano cotto a bassa temperatura con crema di rape, salsa di zafferano e bottarga di cefalo di Lesina sono solo alcune delle proposte alla carta che cambiano giornalmente in base all’ispirazione e all’estro di Leonardo. E poi cantina ricchissima di etichette del territorio raccontate e fatte assaggiare in modo appassionato e familiare. Nota di merito per l’attenzione della sala agli ospiti più piccoli.
  18. Il Capriccio (località Porto Turistico – Vieste). Letteralmente in mezzo al mare si mangia a Il Capriccio di Vieste dello chef e padrone di casa Leonardo Vescera. Dopo Portogallo, Svizzera, Mosca, Stati Uniti, Parigi e un passaggio al Don Alfonso di Napoli, Leonardo decide di aprire il suo posto, nella sua terra. Qui racconta una cucina fusione di più culture, tra Italia, Francia e Giappone. Da assaggiare, alla carta o attraverso cinque degustazioni differenti, ci sono numerose creazioni che vanno dal classico crudo di mare che varia giornalmente, alla mattonella di pane al carpione, con alici fresche marinate appena scottate e pesto al basilico al lingotto di ciambotta viestana all’olio extravergine, cozza in oliocottura su crema di fiori di zucchina , crème brulée di zucchina, rucola, erbe selvatiche amare e maionese di noci all’arancia. Si gioca con il riso, patate e cozze riletto nella veste di gnocco di patate con cozze, caviale di zucchina, corn di riso e olio allo zafferano e la zuppa di pesce. Molto interessanti anche i secondi di mare come nel caso del dentice cotto in foglia di limone femminello del Gargano su crema di bietolina di campo e tenerumi croccanti. Eccellente la carta dei vini che conta innumerevoli etichette internazionali. Oltre il ristorante, Il Capriccio si arricchisce di un wine bar, sushi bar e cocktail bar dedicato.
  19. Masseria San Salvatore (località San Salvatore – Vieste). Immersa nella campagna nei dintorni di Vieste, Masseria San Salvatore colpisce sin da subito per la rusticità della sua atmosfera, tra mucche, galline, asinelli e caprette. A tavola c’è il trionfo della carne, dal vitello all’agnello passando per l’oca ed il capretto. A dir poco eccezionali i formaggi di produzione propria da assaggiare sul tagliere con composte di frutta artigianali ed i primi come i troccoli al cinghiale e i paccheri al ragù bianco. Ottimi i dolci secchi fatti in casa. Non si può tornare a casa senza aver comprato una tanica del loro olio.
  20. Al Dragone (via Duomo 8 – Vieste). A Vieste si mangia in grotta al Dragone. Sembra quasi di tornare indietro nel tempo, tra roccia, luce soffusa e profumi di cucinato. Il titolare Pasquale Troiano si diletta in sala con magie intorno al fuoco, nella preparazione di piatti flambati come i gamberoni locali al Calvados, il filetto di manzo, pepe verde al Cognac e le Crepes Suzette. Poi ci sono i crudi di mare, il baccalà, latte di ceci, olio evo, cardoncelli e croccante di ceci, il troccolo con datterino giallo, canocchie al Martini Dry e basilico o ancora il tagliolino Dragone con cozze, cannellini e mollica di pane di segale. Ampia anche la carta dei vini.
  21. Gelateria Maggiore 1981 (via Santa Maria di Merino 40 – Vieste). Per un’ottima granita a base di agrumi freschi del Gargano quali arance e limone femminello IGP ci pensa la gelateria Maggiore, punto di riferimento per il gelato a Vieste. Dal 1981 Pietro Maggiore porta in alto il suo cognome in giro per il territorio aprendo nuovi punti vendita, ora a quota quattro. Da provare anche il gelato gusto nocciola.
  22. ADiVè – Approdo di Venere (lungomare Cristoforo Colombo 71 – Vieste). ADiVè è il moderno e audace ristorante annesso all’hotel Approdo di Venere di Vieste. Accanto a lui c’è anche l’omonimo lounge bar dove ammirare il fascino del tramonto con i drinks miscelati al momento. Il bianco della terrazza essenziale ed elegante, unito al blu dell’intorno, crea la cornice perfetta per una cena a lume di candela. Tre menu degustazione tra cui scegliere, “Tradizione”, “Carne” e “Pesce” o direttamente alla carta con proposte che dal nome omaggiano la tradizione ma all’estetica e al gusto fanno viaggiare verso mondi lontani nel tempo e nello spazio. La Parmigiana di Melanzane, omaggio dello chef Mirko Esposito a mamma Santina, si compone di una  melanzana glassata, salsa datterino giallo e rosso, crema di cacio, olio al basilico e spuma di mortadella mentre il Riso, Patate e Cozze vede una mousse di cozze abbinarsi ad una crema di pomodoro arrosto con polvere di prezzemolo e cialda di riso. Pregevole il Diaframma Equino laccato al miele, radicchio marinato, rucola e funghi e olio in polvere così come l’intenso Torcinello di agnello, fagiolini, spinaci, gel di limone, polvere di caffè e alloro. Non si può lasciare su carta il Ramen Garganico dove il tagliolino al burro d’ostrica viene avvolto dal brodo di funghi e licheni con funghi in carpione e cicoria. Molto ampia la carta dei vini sia locali che internazionali.
  23. Li Jalantuùmene (piazza de’ Galganis 5 – Monte Sant’Angelo). Fra i vicoli del centro storico di Monte Sant’Angelo, a un passo dal Santuario, cercate una piazzetta, qui è situata Casa Li Jalantuùmene, un luogo ideale per concedersi un’esperienza multisensoriale, lasciandosi coccolare dalla mattina alla sera. Quattro camere di charme vi daranno riposo nelle ore più calde della giornata mentre la cucina tradizional-contemporanea dello chef Gegè Mangano vi terrà incollati a tavola. Si inizia con il piede giusto con le polpette di pane di montagna e pomodorino giallo e si continua allo stesso ritmo con i ravioli di formaggio podolico e bottarga di muggine ed i torcinelli di agnello, mugnoli e olio evo. Consigliatissimo il menu degustazione “Oggi al mercato” in cinque tempi con i grandi classici della cucina pugliese come fave e cicoria, orecchiette e troccoli. Formaggi locali, frutta, gelato e dolci fatti in casa chiudono l’esperienza gastronomica. Caldo e accogliente il servizio così come la carta dei vini, piccola ma efficace nella selezione.
  24. Panificio Chichino (via Giantommaso Giordani 25 – Monte Sant’Angelo) di Giuseppe Ciuffreda è una delle ultime realtà del Gargano, esattamente a Monte Sant’Angelo, a poter vantare un forno a legna. Qui imprescindibile è l’acquisto della pagnotta di grano duro in dimensioni XXL e di una fetta, o anche di più, di focaccia pugliese ancora calda.
  25. Mungi&Mangia (vico Giglio 24 – Monte Sant’Angelo). Roberto Sforza del caseificio Mungi & Mangia produce giornalmente  e vende in loco quantità industriali di mozzarella, burrate e figliate, sfoglie farcite, formaggio primosale farcito alle noci, ai fichi, alla rucola, al peperoncino, alle olive verdi e ancora bocconcioni maxi fino a 2 kg. Il Caciocavallo stagionato e semistagionato non è escluso dalla lista.
  26. Forno Sammarco (via Lungo Iana 10 – San Marco in Lamis). Dal 1961 Forno Sammarco vende numerose specialità a base di farina, prodotte giornalmente dalle sorelle Lina, Maria e Tanella che insieme fanno 253 anni, mentre il nipote Antonio Cera sperimenta. C’è il pane, i tarallini salati chiamati qui dita caratterizzati dall’utilizzo di patate di bosco, timo selvatico, semi di finocchio, grano duro Senatore Cappelli e altri grani teneri del Tavoliere delle Puglie macinati a pietra. Storia a parte per i Panterroni, ossia panettoni di terra realizzati con grano tenero o arso in oltre dieci varianti, spesso accompagnate dai frutti canditi di Corrado Assenza. Propato, dolce tipico di San Marco a base di miele, cannella, chiodi di garofano e arancia, Canestrello al limone femminello, mandorlini, spicci, pastarelle e mennelle atterrate riempiono il carrello all’ingresso al forno, tra i più tipici della regione. Si può anche fare spesa online sull’e-commerce del negozio. Da tener d’occhio a Pasqua il Piccione, un lievitato che nulla ha a che vedere con la Colomba arricchito di timo selvatico del Gargano, rapa rossa candita di Sicilia, nocciola Gentile delle Langhe e nocciola di Giffoni di Avellino e un pizzico di pepe bianco di Sarawak, pensato e ideato da Antonio Cera in persona.
  27. Le Antiche Sere (via P. Micca 22 – Lesina). A Lesina Nazario Biscotti gioca nelle cucine del suo Antiche Sere raccontando il pesce della sua laguna. Lo spaghetto con il sugo d’anguilla è un gioiello più unico che raro nella zona, dal sapore intenso ed avvolgente. Lo stesso pesce viene declinato sulla griglia. Accanto a lui, il cefalo in carpaccio con la salicornia o con la bottarga nel sugo dei maltagliati fa la sua bella figura. Le pietanze sono accompagnate da verdure spontanee locali rigorosamente stagionali. Più di 150 le etichette di vini che costituiscono la cantina, soprattutto regionali.
  28. Lake Café (via Banchina Vollaro 133 – Lesina). Primiano e Milena di Lake Cafè sulla banchina del lungolago della splendida Lesina, a due passi dall’oasi faunistica, accolgono i clienti a braccia aperte, facendoli rilassare a ritmo di granite e panini fragranti ripieni di anguilla. Le granite sono artigianali con agrumi e mandorle del Gargano mantecate a lungo e a mano, così come l’anguilla rigorosamente locale. E poi? Erbe spontanee del bosco-isola, verdure e ortaggi, frutti di mare e della terra, la paranza da friggere completano il menu. Non viene trascurato neppure il lato del bere, appannaggio di Primiano. Il tutto si prova sotto l’ombrellone, nei salottini della veranda del chiosco o in quelli disposti sulla piattaforma galleggiante.
  29. La Cruna del Lago – Pizzeria & Cucina (via Isonzo 64 – Lesina). A Lesina si mangia una fantastica pizza gourmet da La Cruna del Lago. Frutto di anni di esperienza e di studio delle farine, delle lievitazioni e degli ingredienti, ogni pizza sfornata qui racconta una storia ed un prodotto locale ricercato personalmente da Vincenzo D’Apote. Tra le immancabili da ordinare ci sono la Laureata con pomodoro, mozzarella, salicornia, cacio e pepe e la Stracciata con fiordilatte, prosciutto cotto di felino, stracciatella Fortore, granella di pistacchio di Bronte e basilico. Vi stupirà la fragranza ed il sapore dell’impasto, croccante all’esterno e morbido all’interno, con una generosa alveolatura. Da non perdere la crostata finale. Ottima anche la selezione di birre artigianali in abbinamento.
  30. Agriturismo Masseria Calderoso (Strada Provinciale 26 – Borgo Celano). Alle pendici del Gargano, immersa nella natura più selvaggia e incontaminata della regione c’è Masseria Calderoso, una masseria settecentesca convertita in agriturismo, con un uliveto di 71 ettari con circa 9.400 piante di olivo. Donata dalla baronessa napoletana Gisella Colletta all’Opera Padre Pio, questa struttura dal 2010 è stata convertita in Agriturismo, con tavoli all’aperto o all’interno dove sedersi a assaggiare la cucina genuina. Direttamente dalla fattoria arrivano i latticini freschi come ricotta, primosale, mozzarella, e stagionati, quali filatino e caciocavallo. Poi ancora salumi, verdure di stagione, bruschette, frittate, favetta con cicoria, orecchiette al sugo di galluccio e chi più ne ha più ne metta di bontà territoriali. Il vino qui è della casa.