Scoprire il caffè: le tipologie di tostatura
Senza tostatura, il caffè non è il caffè che conosciamo: vi raccontiamo e spieghiamo le tipologie di tostatura dividendole in 3 macro-categorie. Questo perché la maggior parte di noi si limita a recarsi nei supermercati e comprare il primo caffè che gli capita sotto tiro. Ma ci sono delle differenze importanti fra l’uno e l’altro
Le discese ardite e le risalite è uno di quei versi che potreste canticchiarvi in testa guardando un torrefattore alle prese con la tostatura del caffè. Profili di tostatura, grafici, reazioni chimiche, tempi e temperature sono il pane quotidiano di una professione che ha molto di artistico, soprattutto quando avviene in totale indipendenza, come succede nelle micro-torrefazioni. Senza un’adeguata tostatura, il caffè non è caffè.
A proposito di caffè: lo sapete in quanto modi diversi gli italiani riescono a prepararlo e berlo?
Le fasi di tostatura del caffè
Il caffè verde, infatti, è un seme spugnoso e duro più di un sasso, che ha un odore erbaceo non particolarmente invitante, simile al fieno. È solo attraverso la tostatura che avvengono quelle essenziali trasformazioni chimiche all’interno del chicco che sprigionano gli 800 e più aromi che conosciamo. In questo processo i fattori decisivi sono due: temperatura e tempo, che incidono sulle 5 fasi della tostatura (asciugatura, yellowing, primo crak, sviluppo della tostatura, secondo crack).
Il tostatore, in base al risultato che ha deciso di ottenere, si fermerà a una di queste 5 fasi: il colore del chicco, l’aroma e il gusto della nera bevanda dipenderanno anche da questa scelta. Per semplificare, potremmo dividere il caffè in 3 macro tipologie di tostatura: chiara, media, scura.
Se siete interessati al processo di torrefazione, qui vi raccontiamo tutto, ma proprio tutto, di una visita a uno stabilimento di caffè.
I principali tipi di tostatura del caffè
Il caffè con tostatura chiara
La tostatura chiara del caffè corrisponde alle primissime fasi della torrefazione, fino al primo crack. I chicchi hanno una colorazione color cannella, gli oli sono ancora ben nascosti all’interno e il contenuto di caffeina è piuttosto alto (diminuisce con il progredire della tostatura). Il corpo dei caffè con questi chicchi sarà leggero e nel flavor spiccherà l’acidità.
La tostatura chiara e medio-chiara è quella prediletta dal Nord Europa e da tanti appassionati coffee lover nel mondo perché è la più fedele possibile alla materia prima, quella che mantiene intatta la naturale complessità del caffè scelto. A seconda del punto di cottura del chicco sono chiamate Cinnamon, Half City, anche Light City.
La tostatura media
La tostatura media del caffè avviene tra il primo e il secondo crack. Il primo crack si ha quando il gas e il vapore acqueo accumulati all’interno del chicchi aumentano al punto di farli scoppiare. Il secondo crack, invece, comporta invece la rottura delle fibre, insieme alla fuoriuscita di CO2 e a materiale organico. Quando succede, si sente un suono simile ai pop corn in padella (più forte nel primo crack che nel secondo).
I chicchi in questa fase sono appena più grandi, hanno una tonalità di marrone leggermente più scura rispetto a quella vista sopra. In termini di aroma e flavor, i chicchi tostati medi sono più vicini a quello che siamo abituati a sentire nei caffè e che fanno parte della categoria della caramellizzazione degli zuccheri. Meno acidità anche se ancora ben evidente, più amarezza rispetto alla chiara, ma, in generale, più bilanciamento.
Anche questo tipo di tostatura è piuttosto usato nel mondo specialty. Altri nomi per questo grado di tostatura sono New England, City Roast e American.
Il caffè con tostatura scura
La tostatura scura del caffè è la classica tostatura da bar, per espresso, che troviamo in tutta Italia. Proprio per questa ragione si chiama anche Italian Roast o French Roast, ma anche Vienna. Purtroppo, è anche la tostatura tradizionalmente utilizzata per mascherare i caffè difettosi e di qualità inferiore: utilizzando un profilo di tostatura scuro, si arriva a un punto in cui nessuna delle qualità intrinseche del chicco potrà mai emergere.
La caratteristica principale di questo tipo di torrefazione, infatti, è l’amarezza. L’acidità è quasi del tutto assente, in molti casi l’astringenza è invadente e la rotondità è un ricordo, al punto che per ritrovare la dolcezza l’unica strada percorribile porta alla bustina di zucchero.
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