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Il gin giapponese è il distillato artigianale del momento

di Mas Silleni 28 Febbraio 2018 11:02

Il gin giapponese è il distillato artigianale del momento: scopriamo la storia, le caratteristiche organolettiche e le aziende che lo producono.

Sushi, ramen, sake, okonomiyaki, onigiri: le specialità dal Giappone, per chi cerca di conoscerle tutte pur rimanendo in Italia, sembrano essere in continuo aumento. E lo sono davvero: l’ultimo arrivato è il gin giapponese.

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Il gin in Giappone, come nel resto del mondo, non è una novità, ma fino a un paio di anni fa nel paese del Sol Levante era prodotto soltanto gin di media qualità, con ingredienti standard, destinato esclusivamente al mercato domestico. Le cose sono cambiate nel 2016, quando Marcin Miller e David Croll hanno acquisito la Kyoto Distillery e l’hanno adattata alla produzione di gin di alta qualità. “In Giappone non puoi ottenere la licenza finché tutto quanto non è pronto”, ha dichiarato Miller, spiegando il ritardo di un paio d’anni sulla passione per il gin esplosa nel resto del mondo e il motivo per cui le produzioni artigianali in Giappone non hanno mai preso piede.

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Da allora i gin giapponesi di qualità sono aumentati; soprattutto, nel 2017 è cominciata l’esportazione verso i paesi europei. La particolarità dei gin giapponesi è quasi sempre nei botanicals, ossia nelle erbe e nelle spezie usate durante la seconda distillazione: le distillerie giapponesi usano prodotti locali come lo yuzu, i fiori e foglie di ciliegio, il tè verde, che vanno a sostituire ingredienti tradizionali quali la cannella e la scorza di arancia. I gin giapponesi hanno l’aroma delle proprie isole: per apprezzarli davvero, meglio non esagerare con i cocktail e limitarsi a uno spruzzo leggero di acqua tonica.

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Il Ki No Bi è il gin di Miller e Croll: è prodotto dal 2016 con yuzu, hinoki (cipresso giapponese), bambù, tè verde gyokuro e grani di pepe sansho. Erbe, frutti, tè, fiori e spezie sono distillati separatamente e solo in seguito miscelati insieme, in modo da tenere sotto attento controllo l’equilibrio dei sapori. Il Ki No Bi era stato pensato sin dall’inizio per l’esportazione, ma le prime bottiglie sono andate esaurite troppo in fretta: ecco perché ci ha messo oltre un anno e mezzo ad arrivare anche in Italia. La stessa distilleria produce anche il Ki No Tea: come suggerisce il nome, in questo caso il protagonista è il tè, proveniente dalla città di Uji.

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Suntory è una delle autorità giapponesi della distillazione: ha prodotto gin sin nel 1936, con il marchio Hermes. Negli ultimi anni ha lavorato molto sulla qualità e lanciato il Roku Gin. Roku significa sei, perché questo è il numero dei principali botanicals utilizzati: oltre al ginepro, ci sono i fiori e le foglie di ciliegio giapponese, il tè sencha e gyokuro, il pepe sansho, la scorza di yuzu. Ciascuno di loro rappresenta una stagione, dalla primavera all’inverno: il risultato è molto apprezzato perché intenso ed equilibrato.

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Il Nikka Coffey Gin è invece prodotto da Asahi Breweries, ditta nota soprattutto per la birra. Il suo gin punta tutto sugli agrumi locali: yuzu, shikuwasa, kabosu e amanatsu, su una base delicata di orzo e mais. A bilanciare l’esplosione di freschezza e acidità, i botanicals includono anche mela e pepe sansho.

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Gli aromi del Wa Gin sono quelli classici: ginepro, cannella, scorze di limone e arancia, zenzero. La particolarità è tutta nella base: non un distillato tradizionale, ma il sakè di Meiri Shurui, fatto riposare per 10 anni prima di essere imbottigliato. In pratica, uno dei gin più vecchi del Giappone. Su un distillato tradizionale si basa anche lo Yuzu Gin, prodotto dalla distilleria Kyoya nella città di Miyazaki: lo shochu, liquore di patate, è infatti alla base del gin poi aromatizzato con yuzu, zenzero, pepe shansho.

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Il Wa Bi Gin della distilleria Tsunuki e il Masahiro Okinawa Gin ritornano infine sui sapori fruttati: nel secondo caso, con l’aggiunta del goya, il melone amaro tipico dell’isola di Okinawa. Ma se siete davvero curiosi di provare sapori nuovi, dovrete aspettare il mese di marzo: fra poche settimane la distilleria Sakurao lancerà infatti due nuovi gin, realizzati esclusivamente con ingredienti giapponesi. Fra questi, insieme al ginepro, al cipresso e al ciliegio giapponese, spiccheranno il wasabi e i gusci d’ostrica.

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