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Cosa sta succedendo ai KIWI italiani?

di Giulia Tosoni 28 Settembre 2023 11:00

La conferenza Iko (International Kiwifruit Organization) ha mostrato le stime di produzione di kiwi del 2023: i principali Paesi produttori hanno registrato un calo. In Italia diminuisce il kiwi verde ma sale la produzione del kiwi giallo.

Ogni anno l’incontro internazionale Iko (International Kiwifruit Organization), si occupa di dare una fotografia della coltivazione del kiwi nel mondo e di mettere in luce anche le problematiche e nuovi rapporti di forza fra i maggiori produttori. Quest’anno l’Iko si è svolto a Curicò in Cile, dove hanno partecipato Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Francia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Cile.

L’andamento europeo

Durante l’incontro Iko è emerso come quest’anno siano in calo le produzioni in tutti i principali Paesi me, nonostante ciò, resta importante la crescita delle coltivazioni di kiwi Hayward in Grecia e il costante ridimensionamento dell’offerta italiana in seguito a difficoltà di ordine climatico.

Anche altri Paesi europei quali Francia, Portogallo e Spagna cercano di incrementare la loro produzione. In Europa la produzione stimata globale di kiwi per il 2023 è di circa 755 mila tonnellate (-4% in meno sul 2022) e in Italia è di circa 311 mila tonnellate (l’Italia è al secondo posto tra i player mondiali dopo la Nuova Zelanda), come complesso di tutte le coltivazioni presenti.

 

La Grecia si posiziona sulle 311 mila tonnellate (-3% in meno rispetto sul 2022). In negativo anche la  Spagna che registra un -4% sul 2022, con poco più di 28 mila tonnellate. Simile alla scorsa stagione l’offerta francese, con poco più di 46 mila tonnellate (+2% sul 2022), mentre sembra aumentare maggiormente il quantitativo previsto in Portogallo, con oltre 58 mila tonnellate, +10% sulla scorsa stagione.

La produzione italiana

In Italia, il calo della produzione riguarda il kiwi verde, che nel 2023 è scesa del -15% rispetto all’anno precedente, a causa dei gelidi inverni, della contrazione delle superfici, ma soprattutto dell’impatto della morìa che incide anche sulle rese produttive delle piante.

La morìa, diffusasi inizialmente dieci anni fa nel Veneto, ha poi contaminato altre importanti aree di coltivazione del kiwi, come il Piemonte, il Lazio, il Friuli, la Calabria, la Campania e la Basilicata. Il fenomeno non è rassicurante perché, sulla base delle analisi di Cso Italy, dal 2012 ad oggi abbia interessato oltre 8.600 ettari.

Resta invece in ascesa la produzione del  kiwi a polpa gialla, che quest’anno potrebbe superare le 103 mila tonnellate, segnando un +12% sul 2022, grazie anche ai nuovi impianti che entrano in produzione.