Home Chef Perché Yotam Ottolenghi è il nuovo Jamie Oliver a Londra

Perché Yotam Ottolenghi è il nuovo Jamie Oliver a Londra

di Francesca Martinengo • Pubblicato 30 Ottobre 2018 Aggiornato 10 Giugno 2020 14:32

Yotam Ottolenghi a Londra è ormai uno degli chef più amati e conosciuti: vi raccontiamo la sua storia in occasione dell’uscita del nuovo libro, Sweet.

Se chiedessi a un Londoner chi sia Yotam Ottolenghi, saprebbe sicuramente risponderti. Con Jamie Oliver e Nigella Lawson, Ottolenghi è il volto e le parole del food più conosciuto in Gran Bretagna. Definito chef filosofo dal New Yorker, Ottolenghi è nato a Gerusalemme (la madre è tedesca, il padre italiano); dopo aver lasciato l’università di Yale – dove aveva anche passato l’esame per il dottorato in Letteratura Comparata – decide di seguire la sua passione per il cibo e si iscrive alla scuola Cordon Bleu di Londra.

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Proprio nella capitale UK inizia, un locale dopo l’altro, a costruire la sua fama e il suo impero: con il socio Sami Tamimi, arabo-israeliano, apre 3 deli a Londra, a Notting Hill, Spitalfieds e Belgravia; un ristorante a Islington e labrasserie Nopi a Soho. L’apertura del nuovo ristorante Rovi, sempre a Londra nella zona di Fitzrovia, è prevista per l’anno nuovo. Ottolenghi ha inoltre curato a lungo e cura attualmente la seguitissima rubrica The new vegetarian sul The Guardian, oltre ad aver preso parte a trasmissioni di cucina per la BBC e in Australia.

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Il bello è che Ottolenghi, pur scrivendo libri e rubriche per vegetariani, vegetariano non è. La sua missione è quella di trasformare il ruolo delle verdure: da comprimarie a protagoniste del piatto e della tavola. in uk esiste proprio un riconoscibile stile ottolenghi, per locali e ricette Lo stile Ottolenghi non è una cucina vegetariana punitiva, senza sapore e incolore, anzi: nasce da un sapiente mix di sapori mediorientali, dell’est e del nord Europa, passando per l’Italia. E tanti spunti arrivano anche dallo street food. I piatti dello chef filosofo sono ricchi di colori, aromi e profumi, combinati alla perfezione da una mente che alla perfezione conosce tecniche e materie prime. Convinto dell’attuale democratizzazione della cucina (“Negli ultimi 10 anni – ha dichiarato – si va sempre più alla ricerca di buon cibo da consumare in un ambiente informale”), per lui le stelle Michelin non hanno più senso.

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L’occasione per raccontare di Yotam Ottolenghi è l’uscita in Italia per Bompiani – già editrice dei precedenti Jerusalem (2013), Plenty (2014), Nopi (2015) e Plenty More (2017) – del libro Sweet, con più di 110 ricette create insieme a Helen Goh, storica collaboratrice dello chef. Anche i dolci portano il marchio di fabbrica Ottolenghi – fatto di ingredienti freschi, spezie esotiche e abbinamenti sorprendenti: fichi, petali di rosa, zafferano, anice, fiori d’arancio, pistacchio e cardamomo arricchiscono torte, biscotti, crostate, budini, cheesecake e gelati. Un mosaico di sapori e aromi che dà un twist in più ai dolcetti di mandorle alle more e anice stellato, alla Persian Love Cake, al tronchetto al pistacchio con lamponi e cioccolato bianco, o la pavlova alla cannella, mandorle e fichi freschi. Insomma, non il solito libro di ricette dolci.