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10 domande che ti sei sempre fatto sull’AGNELLO

di Marta Manzo 17 Marzo 2023 16:15

L’agnello è una delle carni più tipiche del periodo di Pasqua: molti la amano, mentre molti altri, sia per motivi etici che di gusto, non la apprezzano particolarmente. Abbiamo pensato di rispondere a 10 delle domande più comuni su questo tipo di carne, per soddisfare le vostre curiosità.

Utilizzata qualche volta tra le carni come alternativa al pollo o al tacchino, la carne d’agnello si trova sulle tavole sicuramente a Pasqua. Perlomeno su quelle di chi ancora consuma carne. Saporito e intenso, anche all’odore, l’agnello è sicuramente più gettonato in alcune regioni piuttosto che in altre. In tutte, però, porta con sé le stesse questioni. Ecco, allora, le risposte a 10 domande molto frequenti sull’agnello.

Che tipo di carne è l’agnello?

La carne di agnello ricade nel macrogruppo delle carni bianche. Erroneamente pensata come carne grassa, visto il suo sapore, è in realtà leggera e molto digeribile, con circa 100kcal per 100g. In quanto tale, inoltre, è ricca di proteine ad alto valore biologico, oltre a prestarsi benissimo per tantissime ricette, come per lo scottadito, per uno stufato, uno spezzatino ma anche per le polpette.

Perché l’agnello si chiama abbacchio?

C’è differenza tra agnello e abbacchio? La risposta è sì. E ci entrano non soltanto l’età dell’animale, ma anche la sua dieta e la latitudine da cui proviene. Abbacchio, infatti, è il nome con cui nel dialetto laziale si indica l’agnello da latte, macellato entro le prime 8 settimane di vita o comunque prima che superi i 7 kg di peso. Viene nutrito solo con il latte materno, mentre l’agnello è un animale che viene macellato più grande (circa 6 mesi) e che ha già iniziato lo svezzamento a base di erba e fiori. La risposta completa, in ogni caso, la trovate qui.

Qual è la differenza tra capretto e agnello?

Altrettanto, c’è differenza tra capretto e agnello. Il primo è il cucciolo di capra, che viene macellato entro il compimento del secondo mese di vita e ha un peso variabile tra i 10 e i 14 chili circa. Ha una carne molto chiara, con un sapore intenso e con un forte odore di latte. L’agnello, lo ripetiamo, è invece il piccolo della pecora, che è già stato svezzato e ha, dunque, un’alimentazione a base di erba e fiori. Dall’odore e sapore tipici, viene solitamente macellato al raggiungimento di circa 10 chili.

Quando si mangia l’agnello?

Solitamente l’agnello si consuma a Pasqua. Per la religione cristiana, e prima ancora per quella ebraica, è il simbolo del sacrificio per eccellenza. Come tale, compare infatti più volte nell’Antico Testamento, mentre nei Vangeli non c’è traccia di questo rituale, perché l’Agnello era Gesù stesso. Nonostante questo passaggio, consumare agnello è rimasta una tradizione, sia nel consumo di carne, sia nel consumo di altri alimenti a forma d’agnello. Un’occasione, comunque, per mangiare carne di qualità, difficilmente replicabile durante l’anno.

Come si mangia l’agnello

L’agnello con patate al forno o in padella è un grande classico ma, in virtù della bontà di questa carne, corre l’obbligo di andare oltre. Questo animale, infatti, può diventare protagonista di molte altre ricette più o meno ricche e corpose, ma tutte ugualmente gustose. Qui vi avevamo raccolto tutti i modi per cucinare l’agnello.

Qual è la parte più buona dell’agnello

Solitamente il taglio più rinomato dell’agnello è il cosciotto. È il più magro, ma anche molto gustoso, ed è estremamente versatile, per cui si presta a diverse ricette. In realtà, però, non esiste un unico taglio più buono, perché proprio in base alla preparazione che ci si appresta a fare bisogna scegliere il taglio giusto. Qui trovate tutti i tagli dell’agnello e come cucinarli.

Come togliere il sapore forte all’agnello?

Visto che odore e sapore dell’agnello sono abbastanza intensi, potete attenuarli un po’ prima di procedere alla preparazione. Basta lasciare la carne ammollo, per una notte intera, in acqua e limone. Ancor meglio cambiandola più volte. Quindi si può procedere anche con una marinatura semplice, con olio, vino bianco, aglio ed erbe aromatiche, per almeno 3 ore.

Come si puliscono le interiora di agnello

Se per interiora intendiamo la coratella – cuore, fegato e polmoni, ma anche reni, milza e animelle – il metodo per pulirla è passarla sotto l’acqua fredda corrente, eliminando grasso e filamenti e quindi asciugando con attenzione i pezzi con della carta assorbente. Poi bisogna metterla in acqua fredda, con aceto o succo di limone, lasciarla in ammollo per un paio d’ore, quindi scolarla e asciugarla nuovamente. Per quel che riguarda gli intestini, invece, utilizzati soprattutto in ricette regionali come sa trottobia sarda e le stigghiole siciliane, bisogna lavare bene le budella sotto l’acqua corrente finché non risulta limpida. In Sicilia, in particolare, le budella per le stigghiole si lavano in acqua e sale, poi vengono condite con prezzemolo, infilzate in uno spiedino e cotte sul momento alla brace.

Cosa succede se si mangia l’agnello non cotto bene?

Visto che contiene proteine, zuccheri, grassi, la carne cruda in generale è un grosso terreno di coltura per la crescita di batteri e parassiti, soprattutto se non trattata correttamente e soprattutto in un ambiente caldo. Le affezioni più comuni, quando si parla di carne cruda o poco cotta, sono la toxoplasmosi, la trichinellosi e le infezioni da salmonella, listeria e l’Escherichia coli.

Quanto costa l’agnello

Il prezzo varia molto se acquistiamo l’agnello dal macellaio di fiducia oppure al supermercato. In linea di massima, però, non è una carne inaccessibile. Oscilla, infatti, tra i 7-8 euro al kg della grande distribuzione fino ai 16-17 euro al kg della vendita in macelleria. Alcuni tagli, però, raggiungono facilmente anche i 22-25 euro al chilo.