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Cos’è il taro e perché piace tanto

di Carlotta Mariani 25 Agosto 2018 09:41

Il taro è un tubero simile alla patata, molto usato nell’antica Roma. Oggi lo stiamo riscoprendo: ecco perché e come usarlo nelle ricette.

Tra gli ingredienti esotici che si possono trovare al supermercato, uno di quelli che sta suscitando più interesse è il taro (o eddo). Perché? Che cos’è e che cosa lo rende irresistibile? Il taro è un tubero commestibile di una pianta tropicale il cui nome botanico è Colocasia esculenta. Ricorda un po’ la forma di una patata ma è di dimensione più piccola. il taro è un tubero commestibile di una pianta tropicale La buccia è marrone chiaro, ruvida, come una corteccia sottile, mentre la polpa è solitamente bianca, anche se può essere caratterizzata da riflessi violacei.  Probabilmente la specie è originaria del sud-est asiatico e da qui si è diffusa in varie zone del Pacifico e non solo. Oggi infatti è presente in varie parti del mondo, anche nel Mediterraneo. Pensate che secondo alcuni la Colocasia esculenta è stata una delle prime piante a essere coltivate al mondo e non si può mangiare solo il tubero ma anche le grandi foglie, di solito proposte sotto forma di stufato.

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È comunque il taro la parte più famosa e amata di questa pianta, al punto da essere uno degli ingredienti base dell’alimentazione di diverse popolazioni. 2 sono i punti che garantiscono il successo e l’interesse verso questo prodotto: la versatilità in cucina e i valori nutrizionali. Attenzione però a non mangiare questo tubero crudo! Come la patata, contiene infatti ossalato di calcio, un sale che risulta tossico per il nostro organismo, ma che viene distrutto dalle alte temperature in cottura.

Usi in cucina

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Il suo sapore delicato si presta a tanti abbinamenti e a tante preparazioni. Sarà quindi divertente usare in cucina questo ingrediente. In Cina, per esempio, il taro è usatissimo cotto al vapore, bollito, saltato in padella oppure stufato con carne di manzo o di maiale. Una volta cotto, viene impiegato come ripieno di ravioli o ancora trasformato in purea e aggiunto come insaporitore a dolci e bevande come gelati o bubble tea. Pure a Taiwan, il tubero è un apprezzato ingrediente per dessert come le palline di taro, servite semplicemente con lo sciroppo oppure con pudding di tofu (douhua) o il famoso gelato grattugiato taiwanese (bao bing).

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In India è aggiunto ai piatti di curry o agli stufati di lenticchie (sambar), fritto in pastella per la colazione (come se fossero dei pancakes), cotto al vapore oppure bollito in acqua profumata al tamarindo e accompagnato dai tradizionali chutney, solo per fare qualche esempio. In Giappone è fatto sobbollire nel brodo di pesce (dashi) e salsa di soia. Pensate che in passato questo tubero veniva proposto al posto del riso come companatico. Ed è alle Hawaii che questo prodotto ha ancora un ruolo fondamentale nella alimentazione di tutti i giorni. Il poi hawaiano, che accompagna ogni pasto fin dalla più tenera età, non è altro che taro cotto, pestato in un mortaio e miscelato con un goccio d’acqua per rendere il tutto più cremoso. Si può gustare fresco oppure può essere lasciato fermentare.

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In Thailanda i cubetti bolliti sono venduti come street food per le strade e nei mercati, così come le chips di taro sono uno snack diffuso in varie parti del mondo. Si può poi aggiungere nelle zuppe come si fa in Corea del sud (toranguk) ma anche nel Centro America (Panama, Costa Rica e Nicaragua). Mentre nelle Filippine ve lo proporranno spesso nello stufato di gamberi. Il taro non è solo una tradizione esotica. Pensate che gli antichi romani conoscevano bene questa materia prima e la proponevano come contorno di piatti di carne come oggi facciamo con le patate. Il taro è stato utile per la sopravvivenza della popolazione dell’isola greca Icaria durante la seconda guerra mondiale e ancora oggi in Grecia il tubero bollito viene servito in insalata, condito con olio e succo di limone. Perché è stato tanto importante per l’alimentazione di quest’isola e perché alle Hawaii veniva usato come sostituto del latte materno? Se il taro viene coltivato in tante parti del mondo da millenni ci deve essere qualcosa di più di una divertente versatilità in cucina.

Proprietà del taro

Questo tubero tropicale è infatti una buona fonte di carboidrati, fibre, sali minerali e vitamine tra cui ferro, potassio, manganese, zinco, rame e le vitamine A, B6, C ed E. Oggi viene studiato anche per il suo contenuto di antociani, dei pigmenti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi dalla interessante funzione antiossidante.

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Il taro è facile da digerire e, a differenza delle patate, è adatto anche ai diabetici perché non alza il livello della glicemia nel sangue. I sali minerali contenuti in questo prodotto sono utili per controllare le frequenza cardiaca e favorire la corretta circolazione del sangue.  Nella vita di tutti i giorni questo tubero può essere interessante per i sui benefici diuretici, per le sue proprietà calmanti in caso di disordini gastro-intestinali, per prevenire i crampi e perché la vitamina C in esso contenuta aiuta a rinforzare il sistema immunitario.