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20 straordinari biscotti dal mondo

di Carlotta Mariani • Pubblicato 6 Febbraio 2020 Aggiornato 19 Ottobre 2021 16:55

Frutta, spezie, vaniglia, marmellata, cioccolato,… scoprite con quali ingredienti vengono preparati i biscotti nelle diverse parti del mondo

I biscotti sono piccoli dolci piaceri con tantissime varianti diverse. Il nome deriva dal latino medievale biscoctus e significa cotto due volte. Sembra che i primi a mangiare pani biscottati ovvero passati in forno due volte, per eliminare l’umidità e prolungarne la conservazione, siano stati i soldati romani. Oggi questa preparazione è diffusa in tutte le tradizioni del mondo. Cambiano gli ingredienti, le forme, le consistenze. Possono essere tipici di certi periodi dell’anno oppure presenti nella quotidianità come snack, colazione o dessert. Scopriamo le diverse interpretazioni di questa ricetta facendo un viaggio tra i biscotti del mondo.

  1. Sablé: tra i Paesi con le più grandi tradizioni in questo campo, oltre all’Italia, c’è sicuramente la Francia. E tra le ricette di biscotti più famose c’è quella dei sablé, una pasta al burro dalla forma tonda e le dimensioni ridotte. Potremmo definirla una variante della pasta frolla, dalla consistenza più friabile, quasi sabbiosa. Potete trovarli semplici oppure aromatizzati con scorza d’arancia, frutta secca o cioccolato. Da assaggiare anche i sablé bretoni preparati con l’ottimo burro salato locale.
  2. Canistrelli: anche se il nome sembra italiano e ricorda i nostri canestrelli, questa ricetta è tipica della Corsica. Si tratta di piccoli bocconcini secchi a base di farina, zucchero, vino bianco e anice verde. Alcuni aggiungono il pastis, un liquore all’anice di origine francese, e servono questi biscotti in abbinamento a un calice di vino bianco. In Corsica si mangiano anche a colazione con una bella tazza di caffè… dal risveglio all’aperitivo, è sempre l’ora di un canistrello.
  3. Vanillekipferl: in Austria, soprattutto nel periodo natalizio, le vetrine si riempiono di questi dolcetti bianchi a forma di mezzaluna. Gli ingredienti sono semplici: farina di mandorle (o mandorle tritate), burro, zucchero, vaniglia e tanto zucchero a velo sulla superficie. Si dice siano stati creati a Vienna nell’Ottocento per festeggiare la vittoria delle truppe austriache sui turchi. La forma lunare riprendeva, infatti, quella della bandiera dell’impero ottomano. La specialità poi si diffuse in tutti i territori austro-ungarici, ecco perché ancora oggi potete trovare questi biscotti in Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.
  4. Kruidnoten: altra specialità tipicamente natalizia. Questa volta però ci troviamo in Olanda dove nel mese di dicembre, e in particolare nel giorno di San Nicola (6 dicembre) si gustano delle specie di grossi bottoni marroncini profumati di spezie, come pepe, anice, zenzero e cannella. Un’altra loro caratteristica è la croccantezza. Spesso vengono confusi con i pepernoot, altri biscotti olandesi natalizi dal colore dorato, la forma più squadrata e il sapore di miele.
  5. Pepparkakor: grazie a Ikea sono diventati biscotti famosissimi in tutto il mondo e ormai sdoganati dal periodo natalizio. Le caratteristiche proprie di queste specialità svedesi sono lo spessore sottile e il forte sapore di zenzero. In passato, in realtà, era quello del pepe l’aroma principale. Da qui il nome che potremmo tradurre come “biscotti al pepe”. Oggi, oltre allo zenzero, troviamo altre spezie come cannella e fiori di garofano, tutti sentori che in inverno si abbinano perfettamente al Glögg, il vin brulè nordico. Di solito hanno forma di cuore o di stella e vengono usati anche per decorare gli alberi di Natale.
  6. Paprenjak: anche in Croazia è tradizionale il “biscotto al pepe”. Un’altra materia prima però caratterizza la preparazione e il sapore di questa specialità. È il miele. Hanno forma quadrata o rettangolare con la superficie caratterizzata da disegni diversi a seconda dei luoghi e delle famiglie, impressi grazie a uno stampo di legno. Da non confondere con i starogrojski paprenjok dell’isola di Hvar che, nonostante il nome, non contengono il pepe e possono avere silhouette fantasiose come quella di cavalli, pesci, farfalle, cuori, conigli, ecc.
  7. Stroopwafel: due croccanti cialde farcite con sciroppo al caramello. È questo il segreto dei famosi biscotti olandesi, originari della città di Gouda, la stessa dell’ominimo formaggio. Non sappiamo con certezza chi abbia inventato la ricetta ma la tradizione è iniziata attorno alla fine del Settecento. Oggi sono uno dei più famosi esempi di street food olandese. Un consiglio: per apprezzarli al meglio, gustateli insieme a una tazza di tè o caffè. Posizionateli sul bordo, aspettate qualche minuto in modo che il vapore caldo li ammorbidisca leggermente e buona merenda!
  8. Amygdalota: tra i più famosi biscotti greci. Qual è la loro particolarità? È che sono preparati con farina di mandorle o mandorle tritate. A questo saporito ingrediente vengono poi aggiunti albumi d’uovo, zucchero ma, a volte, anche aromatizzazioni speciali come la vaniglia o l’acqua di fiori d’arancio. Anche nella decorazione ci possono essere delle varianti. Alcuni mettono una mandorla al centro, mentre altri cospargono i dolcetti di zucchero a velo. Particolarmente famosi sono quelli dell’isola di Mykonos.
  9. Štramberské uši: in Repubblica Ceca, in particolare nella regione orientale della Moravia, assaggiate queste cialde arrotolate a cono. Ricordano la forma di un orecchio umano, di qui il nome orecchie di Štramberk. Tutto sembra, infatti, aver avuto origine in questa cittadina morava o, perlomeno, è questo il luogo a cui è legata la leggenda sulla nascita della ricetta. Si racconta che questi biscotti siano stati creati per ringraziare Dio dopo che una tempesta aveva allontanato i tartari che stavano assediando la città nel 1241.
  10. Biscotti alle mandorle di Macao: in questa regione, dove, a lungo si sono confrontati Oriente e Occidente, si trovano dei dolcetti tondi, abbastanza spessi, con la superficie caratterizzata da particolari decori realizzati con stampi di legno. Hanno una consistenza particolare, che si scioglie in bocca. E questo grazie alla presenza di due ingredienti: le mandorle e i fagioli mungo. Sono uno dei souvenir più amati e si trovano facilmente per le strade locali.
  11. Nankhatai: potremmo definirli gli shortbread indiani. Sono particolarmente diffusi nel nord del Paese e in Pakistan e, al posto del burro, contengono un ingrediente tipico della cucina locale, il ghee, uno speciale burro chiarificato. La nascita di questa ricetta è influenzata dalla presenza olandese nella città di Surat. Per sentirsi a casa aprirono un forno che cercò di sopravvivere anche dopo che gli olandesi se ne erano andati. Per farlo fu realizzata questa ricetta usando ingredienti locali, come il già citato ghee e i semi di cardamomo. Alcuni oggi li preparano con la farina di grano, altri preferiscono usare il semolino o il basan (farina di ceci).
  12. Nastar: questi dolcetti dorati, dalla forma simile ai nostri amaretti, racchiudono un esotico ripieno di confettura di ananas. Del resto, vengono dall’Indonesia e qui l’ananas è uno dei frutti più coltivati. L’impasto è semplice: farina, burro, uova, zucchero. Viene farcito con la confettura aromatizzata con cannella e chiodi di garofano, e infine cotto in forno. I nastar sono specialità diffuse in tutti i momenti di festa di questo arcipelago multiculturale, dal Natale al Capodanno cinese, fino ad arrivare alla festività di chiusura del ramadan.
  13. Hodu-Gwaja: questa ricetta coreana è stata inventata a Cheonan, circa un’ora a Sud dalla capitale Seoul, nel 1934, durante il periodo di dominazione giapponese. Il nome significa “biscotti di noce”, ingrediente che viene ricordato anche dalla forma della specialità. Un po’ come avviene con un altro dolce locale, il bungeo-ppang, che ha la forma di un pesce. Queste speciali “noci” hanno un’altra caratteristica: il ripieno a base di pasta di fagioli rossi dolci e noci tritate. Per realizzare questi biscotti particolari esiste uno stampo apposito, simile a quello che si usa per realizzare i waffle.
  14. Koloocheh: anche in Iran i biscotti contengono le noci. L’aspetto dei Koloocheh ricorda un po’ quello di cracker rotondi ma al palato si presentano dolci, farciti, con qualche piccola variazione a seconda della tradizione familiare o regionale. Sono originari di Lahijan, a nord dell’Iran e sono tipici del capodanno persiano. L’impasto può essere aromatizzato con zafferano, acqua di rose, scorza di limone o cardamomo mentre il ripieno, oltre alle noci tritate, può comprendere datteri o noce di cocco grattugiata.
  15. Cinq Centimes: per le strade e i mercati del Senegal non perdetevi questi biscotti tondi. L’impasto può ricordare un po’ i classici shortbread o gli sugar cookies ma hanno una particolarità davvero interessante. La superficie è infatti cosparsa di burro di arachidi e decorata con pezzetti di arachidi. Potete gustarli come snack, mentre passeggiate, oppure dopo cena, come dolce fine pasto.
  16. Coyotas: nell’Ottocento, a Hermosillo, nello stato di Sonora, nel nord-ovest del Messico, è stata creata questa dolce ricetta. Si tratta di speciali empanada tonde e sottili, ripiene di piloncillo. Che cos’è? Un preparato ottenuto dal succo della canna da zucchero. Oggi però si possono però trovare anche varianti al cioccolato, con la mela o l’ananas, la guava o il caramello. Si mangiano in ogni momento della giornata, dalla colazione, con una bella tazza di caffè filtrato, al dessert, guarniti con una pallina di gelato. I bambini poi adorano questi biscotti imbevuti nella cioccolata calda.
  17. Alfajores: ormai è una ricetta famosa in tutto il mondo e una delle più amate della cucina argentina. Qual è il segreto del suo successo? La dolcissima farcitura a base di dulce de leche, una crema a base di latte e zucchero, racchiusa tra due dischi di biscotti al burro. Pensate: il nome alfajores deriva dall’arabo e significa “ripieno”, ma anche “lussuoso”. Molto probabilmente questi dolcetti sono originari del Medio Oriente e, attraverso gli spagnoli, sono arrivati in Sud America dove sono diventati una vera e propria istituzione. Potete trovare la versione ricoperta di cioccolato, quella a base di amido di mais e cocco grattugiato (alfajores de maicena), quelli farciti con la marmellata e così via.
  18. Chocolate Chip Cookies: una delle più famose ricette dolci degli Stati Uniti, da anni, ormai, diffusissima anche nel nostro Paese. E come tanti grandi classici, anche questa preparazione è nata per caso. Ruth Graves Wakefield, proprietaria di un B&B in Massachusetts, un giorno, mentre cucinava dei biscotti al cacao si rese conto di non avere abbastanza cioccolato per dolci. Spezzettò allora una tavoletta che aveva in casa e l’aggiunse all’impasto a base di burro e zucchero. I pezzetti non si sciolsero ma rimasero ben visibili, come tanti pois. Se siete particolarmente golosi potete provare anche i nostri Chocolate Chip Cookies con burro d’arachidi.
  19. Biscotti della fortuna: sono presenti in tutti i ristoranti cinesi eppure sono nati in California o almeno così sembra. Queste cialde leggere e croccanti con all’interno un messaggio di buon augurio sono iniziate a comparire nello stato statunitense a inizio Novecento e probabilmente hanno subito il fascino dei tsujiura senbei giapponesi, dei wafer croccanti di riso con frasi beneauguranti che si trovano nei templi buddisti e shintoisti. Secondo alcuni i biscotti della fortuna sono nati a Los Angeles grazie a un immigrato cinese, secondo altri, a inventarli, è stato Makoto Hagiwara, il giardiniere giapponese che ha creato il giardino del tè a San Francisco.
  20. Yo-yo biscuits: nome simpatico per questi colorati dolcetti australiani. All’apparenza possono ricordare i nostri baci di dama ma il ripieno è un’esplosione di colori. Tra due calotte al burro, infatti, viene spalmata una glassa di zucchero o una crema che può essere semplicemente bianca, ma anche rosa, blu, verde, gialla, ricoperta di codette,… c’è l’imbarazzo della scelta. Inizialmente la ricetta è stata lanciata dall’azienda W. Menz and Co., fondata a fine Ottocento da due immigrati tedeschi. Oggi i biscotti vengono prodotti da un’altra azienda australiana, l’Arnott’s.