Home Mangiare Ristoranti A Bologna un’osteria contemporanea promette di riscrivere la tradizione: si chiama Darcy

A Bologna un’osteria contemporanea promette di riscrivere la tradizione: si chiama Darcy

di Daniela Anguilano 27 Giugno 2023 14:00

Salumi artigianali, lasagne, tortellini e cotolette: nel cuore di Bologna i piatti della tradizione si arricchiscono di un nuovo ingrediente per diventare ancora più pop: la creatività della chef Cynthia Ravanelli.

Nel centro di Bologna ormai costellato da locali con il classico menu per turisti o osterie in cui il massimo a cui si può aspirare è un taglierino di salumi accompagnato da un cestino di tigelle, a volte arrivano isperate ventate di freschezza. Una nuova corrente d’aria ha infatti iniziato a soffiare appena sotto le torri dove Dario Stagni e Cynthia Ravanelli (due nomi noti nell’ambiente eno-gastronomico della città) hanno da poco aperto una nuova osteria fuori dai canoni, con cucina della tradizione rivisitata e cocktail bar a partire dalle 17:00.

Ci troviamo in Strada Maggiore 10 e il locale in questione è il Darcy, nato al posto del Cabala Cafè (luogo cult per i bolognesi) completamente ristrutturato e trasformato in un’osteria contemporanea dal design cosmopolita e modaiolo arredato nelle avvolgenti nuance giallo-blu, e con un dehor coperto dai trionfali portici patrimonio Unesco.

Una volta entrati, le ampie vetrate della cucina a vista accolgono il cliente catapultandolo nel regno di Cinci e facendogli pregustare i piatti che troverà sul menu che vede alternarsi piatti della cucina tradizionale che, vista attraverso un caleidoscopio, si carica di colore e di note di gusto senza perdere però le sue origini: lasagne, gnocchi al ragù bolognese, passatelli, cotoletta alla bolognese e i suoi contorni, ordinabili singolarmente o da provare tra le portate dei due menu degustazione disponibili.

Cosa si mangia

Una cena prima e un pranzo dopo mi hanno permesso di sperimentare quasi tutti i piatti della cucina di Darcy, che in questo progetto ha saputo coinvolgere piccole realtà del territorio emiliano, e tra quelli con cui Cynthia e la sua brigata vogliono riscrivere la tradizione possiamo sicuramente citare: Bologna-Napoli zucchine ripiene alla bolognese e zucchine alla scapece. La rivisitazione di un classico della cucina partenopea i cui sapori si uniscono a quello inconfondibile del ripieno del tortellino, creando una ricetta incredibile. Un piatto che trae ispirazione dall’amore che Lucio Dalla aveva per Napoli. Tatin di cipolla e carote, insalatina di sedano e squacquerone. Piatto d’origine francese qui rivisitato per rendere omaggio, in maniera elegante, al local friggione reso però decisamente più fresco e delicato dall’aggiunta di sedano e squacquerone. Costole di Mora Romagnola (az. Agr Zavoli), glassa torbata e carote al rosmarino. Un piatto di morbide costine di Mora, che di per sé sono ottime anche semplicemente arrostite, portate però – attraverso l’aggiunta di una succulenta glassatura al whisky torbato – a un livello decisamente superiore.

Oltre a piatti originali, non mancano tuttavia anche dei grandi classici (specie per ciò che concerne i primi) come i Tortellini in crema di Parmigiano Reggiano 30 mesi, un piatto che pur nella sua semplicità riesce ad esaltare al massimo l’abilità di sfoglina della chef o, appena inserite nel nuovo menu estivo, le Strettine al friggione.

Da provare sono poi i dessert come la Sbrisolona con crema allo zabaione o i bignè craquelin ripieni di crema inglese e mostarda bolognese, una rivisitazione assolutamente riuscita delle più classiche raviole.

Carta dei vini e servizio

Darcy Bologna1

Una menzione la merita infine anche la curata carta dei vini che ingloba un vasto numero di etichette italiane (che spaziano dai vini del territorio quali Lambrusco, Pignoletto e Barbera ad eccellenze di quasi tutte le regioni) e francesi, selezionate da Dario nelle migliori zone vitivinicole d’oltralpe.

Insomma, Darcy vuole scardinare lo stereotipo dell’osteria con tavoli in legno e tovaglie a quadri attraverso un look più adatto a una clientela internazionale e la volontà di riscrivere (a modo suo) la tradizione puntando sulla newstalgia, ovvero arricchendo i ricordi intimi e familiari che ognuno di noi ha di un piatto con sapori più moderni.