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Come conservare il cioccolato, anche quello delle uova di Pasqua

di Manuela Chimera 5 Aprile 2024 14:00

Come conservare il cioccolato? Perché, riuscite a resistere e a non far finire subito una tavoletta di cioccolata o un uovo di Pasqua? Se siete fra coloro che riescono in cotale impresa, ecco qualche consiglio su come conservare la cioccolata (fusa, bianca, al latte, fondente, delle uova di Pasqua…) e anche perché diventa bianca se messa in frigo

Indice
  1. Come conservare il cioccolato? Consigli e regole generali
  2. Come conservare i vari tipi di cioccolata
  3. Quanto dura il cioccolato aperto? Ma quanto può durare aperto il cioccolato? Cioccolatini, barrette e tavolette di cioccolato non hanno una data di scadenza, bensì un termine minimo di conservazione. La differenza è sottile, ma importante. Un cibo non può essere consumato dopo la data di scadenza in quanto potrebbe subire alterazioni pericolose per la salute umana. Per contro, un alimento può essere consumato dopo il termine minimo di conservazione in quanto, in tal caso, non ci sono pericoli di sorta per la salute umana, ma solo possibili alterazioni organolettiche. Facciamo un esempio: uova scadute? Non si possono mangiare, neanche cotte, si rischiano proliferazioni batteriche dannose per la salute. Cracker scaduti? Si possono mangiare dopo il termine minimo di conservazione, non svilupperanno proliferazioni batteriche nocive, ma al massimo diventeranno un po’ mollicci e perderanno di sapore. Il che è la stessa cosa che succede con la cioccolata: dopo il termine minimo di conservazione (di solito è di un paio di annetti, ma dipende anche dal tipo di cioccolato. Due anni vale per il fondente, ma quello al latte potrebbe avere una durata inferiore, anche di un anno, mentre il cioccolato bianco anche solo di sei mesi), il cioccolato al massimo perde un po’ di sapore e potrebbe diventare un po’ meno solido. Considerate anche che la durata del cioccolato dipende dal tipo. Il cioccolato fondente tende a conservarsi più a lungo rispetto al cioccolato al latte, al cioccolato bianco o ai cioccolatini.
  4. Ma quanto può durare aperto il cioccolato? Cioccolatini, barrette e tavolette di cioccolato non hanno una data di scadenza, bensì un termine minimo di conservazione. La differenza è sottile, ma importante. Un cibo non può essere consumato dopo la data di scadenza in quanto potrebbe subire alterazioni pericolose per la salute umana. Per contro, un alimento può essere consumato dopo il termine minimo di conservazione in quanto, in tal caso, non ci sono pericoli di sorta per la salute umana, ma solo possibili alterazioni organolettiche. Facciamo un esempio: uova scadute? Non si possono mangiare, neanche cotte, si rischiano proliferazioni batteriche dannose per la salute. Cracker scaduti? Si possono mangiare dopo il termine minimo di conservazione, non svilupperanno proliferazioni batteriche nocive, ma al massimo diventeranno un po’ mollicci e perderanno di sapore. Il che è la stessa cosa che succede con la cioccolata: dopo il termine minimo di conservazione (di solito è di un paio di annetti, ma dipende anche dal tipo di cioccolato. Due anni vale per il fondente, ma quello al latte potrebbe avere una durata inferiore, anche di un anno, mentre il cioccolato bianco anche solo di sei mesi), il cioccolato al massimo perde un po’ di sapore e potrebbe diventare un po’ meno solido. Considerate anche che la durata del cioccolato dipende dal tipo. Il cioccolato fondente tende a conservarsi più a lungo rispetto al cioccolato al latte, al cioccolato bianco o ai cioccolatini.

Sì, facciamocene una ragione: c’è anche chi ha bisogno di sapere come conservare il cioccolato. Ovviamente il problema non si pone per chi finisce in giornata l’uovo di Pasqua aperto al mattino o chi termina una tavoletta di cioccolata nel giro di un paio di giorni. Ma c’è anche chi ama gustarlo lentamente o non può, per problemi di salute, mangiarne troppo tutto insieme. In questi casi diventa imperativo sapere come conservare questa cioccolata.

Come conservare il cioccolato? Consigli e regole generali

cioccolato uovo pasqua

Ci sono diverse considerazioni da fare su come vada conservata correttamente la cioccolata. Prima di tutto, è bene sapere che la temperatura di conservazione ideale per il cioccolato varia dai 13 ai 18°C (c’è anche chi dice 10-15°C). Questo vuol dire leggermente di meno rispetto a una temperatura ambiente ideale, né troppo calda, né troppo fredda. Questo significa che la cioccolata andrebbe conservata in un posto fresco e asciutto, ben lontana da fonti di calore come i fornelli, forni, elettrodomestici che emanano calore o termosifoni.

Luoghi ideali per riporre la cioccolata sono:

  • la dispensa
  • uno sgabuzzino fresco e asciutto
  • un armadio lontano da fonti di calore

Quando la temperatura sale al di sopra dei 20°C, ecco che i cristalli di burro di cacao di cui la cioccolata si compone possono sciogliersi. Il che vuol dire che gusto e consistenza cambieranno un po’. E a temperature decisamente più alte rischiate di trovare la cioccolata sciolta nell’involucro. Tipica la situazione estiva nella quale appena si prende in mano la cioccolata, questa si scioglie sulle dita per via del calore.

Più l’involucro di alluminio sarà integro, maggiore sarà la durabilità del cioccolato. Nel caso l’involucro non sia più disponibile, potete sostituirlo tranquillamente con della carta alluminio per la conservazione del cibo o con della carta da forno avvolta nella pellicola per alimenti.

Perché non è una buona idea conservare il cioccolato in frigorifero?

Potrebbe esservi capitato di imbattervi in persone che tendono a conservare la cioccolata in frigorifero. Il ragionamento è semplice: se il cioccolato non ama il caldo eccessivo, quale posto migliore per conservarlo se non il frigo? Il problema, però, è che il cioccolato non ama neanche l’umidità. Questo perché il burro di cacao presente nel cioccolato tende ad assorbire anche gli odori e quindi la cioccolata in frigo finisce con l’assorbire l’odore degli altri cibi. Non è certo un bel momento quello in cui addentate un pezzo di cioccolato conservato in frigo e questo sa di broccoletti.

Una cosa che capita spesso quando si conserva il cioccolato in frigo è che si formi una patina bianca. In realtà questo fenomeno si sviluppa anche quando il cioccolato è stato conservato in un luogo umido o quando è aperto da tanto, troppo tempo. In realtà questa è una reazione perfettamente normale dovuta agli sbalzi di temperatura: c’entra sempre lo scioglimento dei cristalli di burro di cacao. Comunque sia, la patina bianca non è un’alterazione pericolosa e la cioccolata con questa patina bianca può essere tranquillamente mangiata. Se la patina bianca è dovuta a muffa, invece, ovviamente il cioccolato non deve essere mangiato. Ma chi riuscirebbe mai a far ammuffire del cioccolato?

E in freezer? Solo come misura d’emergenza se avete spacchettato venti uova di Pasqua e non sapete cosa farne nell’immediato di tutto quel cioccolato. Valgono sempre le stesse regole del frigo: contenitore ermetico per tenere lontana l’umidità.

Come conservare la cioccolata d’estate?

Sorge dunque il problema di come conservare il cioccolato d’estate. C’è chi, proprio per via del calore e del fatto che il cioccolato si scioglie, preferisce non mangiare cioccolatini o tavolette in estate. Il che è lo stesso motivo per cui alcuni tipi di cioccolata commerciale d’estate non sono prodotti e messi in vendita.

Se però anche voi, come me, non riuscite a rinunciare al cioccolato neanche in estate, ecco che vale sempre la regola del posto fresco e asciutto. Ma se le temperature sono molto alte, come accade in queste ultime estati, ecco che nel caso di temperature veramente, ma veramente alte, si può provare a conservare il cioccolato in frigo (sempre meglio che trovarselo sciolto nell’armadio). Solo abbiate l’accortezza di conservarlo in un contenitore a chiusura ermetica, in modo che non venga a contatto con l’umidità e non si impregni dell’odore del melone o del gorgonzola.

A proposito: non è pericoloso mangiare del cioccolato che si è sciolto per via del calore e poi risolidificato. È quello che facciamo tutte le estate quando mangiamo la cioccolata. Solo che potrebbe essere cambiata un po’ la consistenza e il gusto.

Come conservare i vari tipi di cioccolata

cioccolata latte

Conservare il cioccolato sciolto

Non è complicato conservare il cioccolato sciolto. Ci riferiamo a quando prepariamo un dolce e ci avanza un po’ di cioccolata. Possiamo:

  • usarlo per un’altra ricetta
  • consumarlo al cucchiaio entro un paio di giorni
  • metterlo sulla carta da forno, farlo solidificare e tagliare a pezzetti. Poi lo incartate nella carta alluminio e lo conservate in dispensa

Diverso il caso di creme al cacao. Specie se contenenti burro o uova, devono essere mangiate rapidamente.

Come conservare il cioccolato bianco

Le regole viste in precedenza valgono anche per il cioccolato bianco. Posto fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e se messo in frigo, contenitore ermetico. L’unica cosa da ricordare è che, contenendo molto più latte, si scioglie e deteriora più in fretta rispetto alle altre tipologie di cioccolato.

Conservare la cioccolata al latte

Anche il cioccolato al latte segue le regole viste sopra. Deve essere conservato ben incartato in un posto fresco e asciutto, lontano da fonti di calore. Rispetto al cioccolato fondente, tende a conservarsi di meno. Questo perché nel cioccolato al latte la presenza di ingredienti maggiormente deperibili (il latte per l’appunto), fa sì che tenda a sciogliersi più velocemente. Idem dicasi per i cioccolatini ripieni.

Come conservare il cioccolato fondente

Le stesse regole viste sopra valgono anche per la conservazione del cioccolato fondente. Ricordatevi solamente che il vero cioccolato fondente, non avendo ingredienti più deperibili al suo interno come il latte, si conserva più a lungo.

Inoltre considerate che il cioccolato fondente si scioglie a 2°C in più rispetto al cioccolato bianco, al latte o gianduia, quindi tende a resistere al caldo estivo un po’ di più. Ma non di molto.

E il cioccolato delle uova di Pasqua?

Giustamente è tempo di chiedersi come conservare il cioccolato delle uova di Pasqua. Se non siete fra coloro che lo hanno terminato in tempo zero appena spacchettato, ecco che vi troverete con cataste più o meno alte di cioccolato.

Se pensate di consumarlo ragionevolmente nelle settimane post Pasqua, basterà conservarlo in un contenitore ermetico in un posto fresco e asciutto. L’alternativa è quella di utilizzarlo per preparare dei dolci, magari un bel ciambellone a due colori, una mousse al cioccolato o anche dei salami di cioccolato (che potrete poi andare a congelare, pronti per essere tirati fuori al bisogno).

Quanto dura il cioccolato aperto?

cioccolato bianco

Ma quanto può durare aperto il cioccolato? Cioccolatini, barrette e tavolette di cioccolato non hanno una data di scadenza, bensì un termine minimo di conservazione. La differenza è sottile, ma importante. Un cibo non può essere consumato dopo la data di scadenza in quanto potrebbe subire alterazioni pericolose per la salute umana. Per contro, un alimento può essere consumato dopo il termine minimo di conservazione in quanto, in tal caso, non ci sono pericoli di sorta per la salute umana, ma solo possibili alterazioni organolettiche.

Facciamo un esempio: uova scadute? Non si possono mangiare, neanche cotte, si rischiano proliferazioni batteriche dannose per la salute. Cracker scaduti? Si possono mangiare dopo il termine minimo di conservazione, non svilupperanno proliferazioni batteriche nocive, ma al massimo diventeranno un po’ mollicci e perderanno di sapore.

Il che è la stessa cosa che succede con la cioccolata: dopo il termine minimo di conservazione (di solito è di un paio di annetti, ma dipende anche dal tipo di cioccolato. Due anni vale per il fondente, ma quello al latte potrebbe avere una durata inferiore, anche di un anno, mentre il cioccolato bianco anche solo di sei mesi), il cioccolato al massimo perde un po’ di sapore e potrebbe diventare un po’ meno solido.

Considerate anche che la durata del cioccolato dipende dal tipo. Il cioccolato fondente tende a conservarsi più a lungo rispetto al cioccolato al latte, al cioccolato bianco o ai cioccolatini.