Home Mangiare Dove mangiare a Padova? 12 indirizzi per tutti i gusti

Dove mangiare a Padova? 12 indirizzi per tutti i gusti

di Raffaella Galamini 14 Settembre 2023 17:00

Padova, città situata nel cuore del Veneto, offre molte ragioni per essere visitata. Al di là dei monumenti e siti da visitare non vi manchi di appuntare gli indirizzi dei migliori ristoranti, osterie, botteghe e pasticcerie. Il nostro esperto ha studiato un itinerario dettagliato!

Dici Padova e pensi subito alla basilica di Sant’Antonio e alla piazza più grande d’Europa o quasi: Prato della Valle. Eppure Padova prende il turista per la gola tra osterie, bar e ristoranti fine dining tra una visita alla Cappella degli Scrovegni per ammirare i capolavori di Giotto e una passeggiata sui Colli Euganei. La tentazione di uno spritz da manuale al Caffè Pedrocchi, con tanto di cicchetti patavini, è dietro l’angolo. E non si può prescindere poi dalle tavole dei fratelli Alajmo, Le Calandre e il Calandrino alle porte di Padova. Insomma la cittadina veneta affascina per la sua storia e i suoi primati nell’arte e nella scienza: qui sono nati il pianoforte e l’automobile ma soddisfa i cinque sensi con i suoi ristoranti e i suoi locali.

Ristoranti, Osterie, Botteghe

Sotto il Salone (piazza delle Erbe)


Sotto il portico del Palazzo della Ragione con affaccio su piazza delle Erbe ecco il mercato cittadino Sotto il salone. C’è chi viene qui a fare la spesa, i turisti e i visitatori di passaggio ammirano dalle vetrinette prodotti tipici e leccornie da ogni regione d’Italia. La fantasia non conosce confini tra salumi e formaggi di ogni tipo. Sotto il Salone è perfetto per uno spuntino o un pasto veloce, tra un museo e l’altro, con una vasta selezione di focacce, pizze al trancio, piatti a portare via dalla gastronomia e gelati.

Osteria dal Capo (via Obizzi, 2)

A due passi dal Duomo, nel cuore del Ghetto, ecco l’Osteria del Capo tra le più antiche di Padova. Un piccolo ristorante dagli arredi in legno dove provare tante specialità patavine senza troppi fronzoli. Si va dal baccalà mantecato con crostini per gli antipasti alla lasagnetta con cipolle novelle, porcaloca e formaggio bastardo del Grappa tra i primi. Fegato alla veneziana, trippa, sarde in saor e baccalà non mancano mai in carta. Dolci della casa. Buono il rapporto qualità-prezzo.

Osteria L’Anfora (via Soncin, 13)

La classica trattoria a conduzione familiare con tavoli in legno, quadri e foto in bianco e nero alle pareti. L’Anfora venne aperta nel 1967 ma dal 1992 la gestione è saldamente nelle mani di Alberto Grinzato. Ogni giorno il menu, scritto a mano, attinge al libro di ricette e ricordi della vecchia Padova tra spaghetti con le bibarasse (leggi lupini), trippa alla veneta, folpetti bolliti. Non manca mai il baccalà mantecato con i crostini da accompagnare con la classica ombra di vino.

A Banda del Buso (via Bartolomeo Cristofori, 13)

In quel dedalo di viuzze e portici che caratterizzano Padova un’insegna storica della città, risalente al 1947 è A Banda del Buso dal nome dell’antico proprietario. Gli amanti della pasta e fagioli, la “pasta e fasioi” come dicono da queste parti, non resteranno delusi. Menu di sostanza con tanto “cibo bon e semplice” che soddisfa sia gli amanti della carne che del pesce tra bigoli al ragù di cavallo, lasagna di baccalà alla vicentina, tagliolini alla Busara di scampi, spezzatino di cavallo con polenta e tegoline (fagiolini) alla menta. Da assaggiare gli spunciotti, lo street food ante litteram di Padova.

Tola Rasa (via Vicenza, 7)

Il nome del locale significa “tabula rasa”. Il segno di come il ristorante con annessa enoteca si proponga di “fare piazza pulita” da tanti luoghi comuni in tavola. Una missione che lo chef Luca Tomasicchio porta avanti da circa sette anni. Ad ogni piano Tola Rasa si propone in una veste diversa: al pianoterra l’enoteca, nel seminterrato la cantina. Al primo piano il ristorante con la cucina a vista per apprezzare il tocco dello chef. Una cucina contemporanea, che dosa con sapienza le materie prime esaltandole con un impiattamento accurato. Accanto a un grande classico il risotto al bianco e nero di seppia con lattuga di mare ecco alcune sperimentazioni in menu: ravioli ripieni di arachidi crude fermentate con carpaccio di pesce spada e capasanta in cartoccio, colatura di alici e pomodori bruciati.

All’Ombra della Piazza (via Pietro d’Abano, 16)

Dall’incontro tra la tartina veronese e il “cichetto” veneziano un menu ad hoc per chi vuole accompagnare un buon bicchiere di vino naturale o di birra artigianale con i sapori tipici del Veneto. Ecco quindi che sulla fetta di pane vengono serviti baccalà mantecato e radicchio al forno. Un menu che si arricchisce di polpette, pizzette e crunch, una sorta di panino croccante. Da un paio di anni il locale ha fatto il bis aprendo sotto l’insegna Brutal in piazza dei Signori.

Dalla Zita (via Gorizia, 12)


Dalla Zita era un vecchio emporio nato con il palazzo dove si trova oltre un secolo e mezzo fa. Da più di trent’anni con l’arrivo della famiglia Francescon l’attività ha subito un’evoluzione che l’ha portata a diventare una paninoteca: dai 40 panini iniziali oggi si superano le 200 proposte. Il grande classico è il panino con la porchetta di Treviso ma non mancano baccalà mantecato, crema di tartufo, lardo di Colonnata. Da accompagnare rigorosamente con un bicchiere di vino. Nel locale, amatissimo da famiglie e studenti universitari, si respira un’atmosfera d’antan. Ogni panino è preparato al momento e spartirsi una fetta con il vicino diventa un modo per socializzare.

Le Calandre e Il Calandrino (via Liguria 1 – Sarmeola di Rubano)


Sono lontani anni luce i tempi in cui dopo la fine della seconda guerra mondiale nonno Vittorio Alajmo aveva il banco di formaggi sotto il Salone di Padova. Nel 1981, per merito di Erminio Alajmo e Rita Chimetto è arrivato il ristorante Le Calandre alle porte di Padova. Nel 1994 i figli Raf, Max e Laura hanno preso in mano le redini dell’attività da loro avviata con successo. Nel 2003 la conquista delle tre stelle Michelin: vent’anni ai vertici mondiali. Oggi Alajmo è sinonimo di eccellenza con il ristorante Le Calandre per chi vuole provare un’esperienza unica. Per un primo assaggio della cucina di Max Alajmo si può optare per il menu degustazione Classico altrimenti ci sono due percorsi identitari: Max e Raf. Al bistrot de Il Calandrino si trovano sapori tradizionali tra paste fresche e ottimi secondi di carne e perfino veg. Immancabile il dessert: la Torta Pazientina a base di gianduia e crema allo zabaione. Per portare a casa un goloso souvenir si può approfittare dello shop dove si trovano in vendita i prodotti firmati Alajmo.

Bar e Pasticcerie

Pasticceria Biasetto (via Facciolati, 12)


Il girone dantesco dei golosi a Padova si trova a due passi dalla Basilica di Sant’Antonio da Padova e da Prato della Valle. Per l’esattezza è a casa di Luigi Biasetto, pasticcere di fama internazionale. Nel locale che porta il suo nome si può assaggiare la mitica torta Setteveli nella versione monoporzione: una mouse di cioccolato fondente, bavarese di nocciole e sfoglia di cioccolato su base croccante. Non è l’unica tentazione. Qui colazione e merenda sono un appuntamento imperdibile anche se la pasticceria oltre a croissant e mignon di ogni tipo ha anche un servizio bistrò per il pranzo.

Caffè Pedrocchi 1831 (via VIII Febbraio, 15)


Quasi due secoli di vita cittadina visti dal bancone dello storico Caffè Pedrocchi. Un autentico vanto per la città, un locale senza tempo e soprattutto un grande classico. Impossibile non fare tappa in questo salotto patavino che unisce lo stile neoclassico del Pedrocchi a quello neogotico del Pedrocchino. Per immergersi nell’atmosfera magica di questo luogo, il Caffè senza porte per l’abitudine di essere aperto giorno e notte fino al 1916, vale la pena di ordinare al bancone un pedrocchino, l’espresso servito in tazza grande con panna, sciroppo alla menta e una spolverata di cacao amaro o sedersi al tavolo per una cupola di baccalà mantecato dal menu ristorante o per una torta Pedrocchi alla menta, caffè e cioccolato dalla carta dei dolci.

Bar Nazionale (piazza delle Erbe, 41)


Un tramezzino bello farcito e passato alla piastra come vuole la tradizione e uno spritz a regola d’arte: in piazza delle Erbe si trovano l’uno e l’altro allo storico Bar Nazionale. Mentre ci si concede aperitivi e spuntini a uno dei tavoli all’aperto si osserva lo shopping all’antico mercato di Sotto il Salone, ai piedi di Palazzo della Ragione.

Pizzerie

Pizzeria Orsucci (corso Vittorio Emanuele II, 18)


Un secolo di vita festeggiato giusto l’anno scorso per una pizza che nella presentazione ricorda molto le specialità toscane e liguri. Da Orsucci le pizze vengono cucinate nelle classiche teglie di alluminio. Sarà proprio perché cotta in padellino o testo che dir si voglia, che il bordo viene croccante, la fetta è sottile e saporita all’assaggio. Un piccolo forno che conserva le buone vecchie abitudini a cominciare dal giorno di chiusura: il giovedì. Il locale serve pure bruschette e crostini preparati con pane toscano ma mai nel week end.