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Sfide alimentari spopola il trend: ma attenti ai pericoli!

di Gaia Sicolo 7 Giugno 2023 11:05

Dagli Stati Uniti all’Italia, arriva il trend delle sfide alimentari. I ristoranti nostrani hanno iniziato a offrire abbuffate da record per chiunque riesca a finire cento arrosticini in un quarto d’ora, o un chilo di carbonara, o tanto altro. Video virali e buona pubblicità, ma a rimetterci è chi mangia.

Mangiare cento arrosticini in un quarto d’ora, bere cinque frappè da 7oo cc. in meno di mezz’ora, finire una bistecca da più di due chili con tanto di contorno. Questi sono solo alcuni esempi di un trend recentemente divenuto popolare in Italia: le sfide alimentari. Spesso usate dai ristoratori come strategia pubblicitaria, queste sfide stanno spopolando sui social, TikTok primo fra tutti. Eppure, le ripercussioni per la salute sono enormi.

Direttamente dagli USA

Hamburger proteici (FIT)

Negli Stati Uniti, si sa, cibo e tendenza alla spettacolarizzazione vanno spesso a braccetto. Specialmente quando si tratta di marketing. Non sorprende quindi che gli USA siano stati il suolo natio delle sfide alimentari. Un ristorante offre fama e consumazioni gratis a chiunque riesca a mangiare una coppa di gelato da 20 lb (9 kg nel sistema metrico decimale), posta video della challenge sui social ed ecco che fioccano i clienti.

Si tratta di una strategia vincente e anche divertente, con vere e proprie competizioni ufficiali nate attorno a questo nuovo sport, ma che nasconde un lato decisamente insalubre. Lo stomaco umano infatti è lungo circa 30 cm e largo al massimo 15 cm. In una situazione normale, può accomodare tranquillamente fino a un litro di cibo, ma è quando si va oltre che iniziano i problemi.

Sfide alimentari: come cambia il corpo

Introdurre cibo in eccesso nello stomaco ripetutamente e a lungo può causare un allargamento delle sue pareti. Questo fenomeno spesso porta allo sconvolgimento delle abitudini alimentari della persona, ma si tratta solo della punta dell’iceberg.

Hot dog: sfide alimentari

Alcuni ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno effettuato uno studio in cui mettevano a confronto una persona non allenata e un mangiatore professionista competitivo. A entrambi i soggetti è stato chiesto di mangiare quanti più hot-dog possibili.

La persona non allenata è arrivata a sette prima di gettare la spugna. Quando i ricercatori hanno controllato lo stato del suo stomaco, non hanno notato cambiamenti di sorta nella sua forma fisica. Il mangiatore professionista invece, capace di mangiare 36 hot-dog in 10 minuti, ha talmente preoccupato il team da essere fermato prima che iniziasse ad accusare la fatica. Quando i ricercatori hanno controllato il suo stomaco, hanno visto che si era espanso a tal punto da rischiare una perforazione gastrica.

Un’altra possibile ripercussione per chi si dedica a queste sfide è l’artrite mascellare. I mangiatori professionisti infatti masticano spesso gomme e cibi gommosi per aumentare la forza della propria mascella, ma un tale sforzo continuo può avere effetti deleteri. Così come ne può avere l’acqua, classico alleato di chi vuole vincere una challenge alimentare. L’acqua aiuta a compattare il cibo nello stomaco, sì, ma berne troppa tutta insieme porta il rischio dell’intossicazione idrica. Questo si verifica quando l’eccessiva idratazione fa scendere i livelli di sodio oltre una soglia potenzialmente letale.

Sfide alimentari: ne vale la pena?

Con tutte queste pericolosità, viene da porsi una domanda: vale davvero la pena di partecipare a sfide alimentari?

Certo, si tratta di un’arma pubblicitaria non da poco, ma un’arma a doppio taglio. E a rimetterci sono i consumatori, che spesso dopo aver tentato una sfida finiscono per accusare malori. Non è da sottovalutare neanche il livello di sprechi, considerando la grande quantità di cibo che finisce rigurgitato o lasciato nel piatto.

Di sicuro questo trend ascendente continuerà a prendere piede in Italia, grazie soprattutto ai social, e sempre più persone tenteranno le nuove challenges nostrane. L’importante, forse, è conservare un briciolo di prudenza.