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Physalis, come usare in cucina lo strano Alchechengi

di Manuela Chimera 16 Giugno 2024 11:00

Si fa presto a dire Physalis: a questo genere appartengono diverse piante commestibili che si possono usare in vario modo in cucina. Infatti abbiamo il tomatillo, l’alchechengio peruviano, l’alchechengi pubescens giallo e l’angulata

Se amate cucinare con ingredienti un po’ diversi dai soliti, vi sarete imbattuti in ricette che utilizzano il Physalis. Ebbene, questo è il nome di un genere di piante che fa parte della famiglia delle Solanacee a cui afferiscono diverse specie di Physalis. Alcune di queste specie portano il nome di alchechengi, anche se, tecnicamente, questo nome spetterebbe all’Alchechengi officinarum, pianta afferente a un genere cugino, l’Alkekengi.

Physalis, le specie più note

Come anticipavamo, Physalis è un genere di piante che fa parte della famiglia delle Solanacee. Questo genere è presente sia nel Nuovo Mondo che in Asia. E più di 40 specie si trovano in Messico. Ma diamo uno sguardo più da vicino alle specie più famose e usate in cucina.

Physalis peruviana o alchechengio peruviano

Physalis peruviana

Una delle specie più note è la P. peruviana, meglio nota come alchechengio peruviano, uciuva, alchechengio giallo o ribes del Capo. Qualcuno lo chiama anche frutto della passione, ma in questo caso si fa confusione con i frutti del genere Passiflora.

Il frutto è tondeggiante, di colore giallo, piccolo e dal sapore dolce. L’arbusto ha foglie pendenti e i fiori sono gialli. Ricco di vitamine A, B1, C e K, ha anche buoni livelli di sali minerali. Inoltre è ricco anche di physalina, acido citrico, carotenoidi, flavonoidi ed etilcaffeato.

Come si mangia il Physalis?

Dal gusto giallo, il suo aroma ricorda quello del pomodoro dolce, ma con un retrogusto di vaniglia e ananas. Lo potete mangiare tal quale, sotto forma di conserva e sciroppo o usarlo per arricchire i risotti. Qui da noi spesso lo troviamo sotto forma di bacche disidratate, tutte d’importazione.

Potete usarlo per colorare e insaporire le insalate, donando ai piatti un certo sapore agrodolce. Inoltre è usato per preparare marmellate, dolci, gelati, yogurt e anche liquori. E come tutti gli esponenti di questo genere, è perfetto anche come decorazione, soprattutto nei dolci.

È perfetto anche per le paste frolle, quindi ideale nelle crostate e si sposa benissimo con il cioccolato fondente sciolto.

Physalis philadelphica, il tomatillo

tomatillo

Esiste anche il Physalis philadelphica, noto come tomatillo, jamberry, ciliegia con la buccia e pomodoro messicano. Pianta originaria del Messico e dell’America Centrale, presenta frutti piccoli, tondi, di colore verde o verde-viola. Pianta annuale, il frutto è circondato da una buccia non mangiabile che sembra carta e che forma una specie di calice. Il frutto maturo è di colore giallo, verde, rosso o viola.

Come usare il tomatillo in cucina?

Solitamente il tomatillo è usato per preparare salse sia crude che cotte, fra cui anche il chili. Inoltre nulla vieta di mangiarlo cotto al vapore, bollito o anche fritto. Occhio che tende ad avere un gusto alquanto acidulo.

Physalis pubescens

physalis pubescens

Pianta perenne, produce anche essa delle bacche commestibili. Il Physalis pubescens è una pianta erbacea con calice di colore giallo. Ricco di vitamina C, contiene anche alti livelli di acido citrico, tannini e zucchero. Era utilizzato nella medicina popolare per la sua azione diuretica.

Uso in cucina

Anche qui le bacche sono l’unica parte commestibile, con un gusto simile al lampone. Perfetto per le marmellate, potete usarlo anche per le insalate o gustate da sole. Si possono anche preparare candite e ricoperte con cioccolato fondente.

Physalis angulata

Pianta che predilige le zone calde e asciutte. Perfetta anche per balconi e terrazze, non tollera assolutamente il freddo. Numerosi i benefici di questa pianta: è ricca di vitamine, proteine, antiossidanti e fitosteroidi. Aiuta e sostiene il sistema immunitario e ha azione antinfiammatoria. Ma non solo: nella medicina popolare aiuta a migliorare la digestione e agisce in casi di stipsi Considerato un super food, ha un contenuto proteico superiore anche alle bacche di goji. La sua bacca è di colore arancione.

Come si usa in cucina?

La bacca ha un sapore dolce e acidulo. Spesso ci si riferisce anche a lei come alchechengi.

E l’Alkekengi officinarum?

alkekengi

Lo citiamo qui perché in passato l’Alkekengi officinarum era classificato come Physalis alkekengi. Salvo poi essere spostato in un genere cugino stretto del genere Physalis.

Originario dell’Asia, è un’erba perenne con calici che circondano la bacca in modo tale da farla assomigliare a una piccola lanterna arancione. Toccandola, sembra quasi essere di carta. Spesso è confuso con il Physalis peruvianus, che ha la medesima forma, ma è di colore beige e con il Physalis ixocarpa che ha una bacca più grande, di colore verde o porpora e che ricorda un pomodoro.

Per quanto riguarda la sua coltivazione, non è difficile. Dotato di un rizoma strisciante profondo, necessita di un terreno secco e di un’esposizione non sotto il sole diretto.

Parlando delle sue proprietà benefiche, contiene alti livelli di fisaline con azione antibatterica e leishmanicida (ma in vitro). Inoltre nella medicina popolare è usato contro i calcoli, come diuretico e come integratore di vitamina C.

Uso in cucina

Le bacche sono l’unica parte commestibile di questa pianta. Maturano a settembre, hanno la forma di una ciliegia piccola e il gusto che è un mix di lampone e pomodoro. Spesso usate per fare la marmellata, possono essere mangiate da sole come frutta a fine pasto o inserite nelle insalate per variarle un po’. Possono anche essere messe sott’aceto o in salamoia, ma solo dopo essere state fatte essiccare.