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Mangiare giapponese a Milano: 7 indirizzi da non perdere

di Silvia Fratini • Pubblicato 18 Novembre 2022 Aggiornato 21 Novembre 2022 17:50

Vi consigliamo di non perdervi la cucina di questi ristoranti giapponesi a Milano. Sono tutti squisiti, non vi resta che scegliere.

Più tipici della cotoletta, più amati di Facchetti e Maldini, più frequentati della fermata Duomo: i ristoranti giapponesi a Milano sono essi stessi Milano. Non tutti valgono il viaggio, alcuni meritano almeno una visita, altri minimo un abbonamento. Questi sono quelli che, a nostro avviso, hanno le sedie più comode e i menu più interessanti.

  1. Iyo – via Piero della Francesca 74. Partiamo dal meglio del meglio in città. Ristorante stellato che prende il nome da ukiyo, un termine giapponese che individua lo stile di vita e il sistema valoriale del periodo Edo in Giappone (1600 – 1867) particolarmente legato alla ricerca del piacere. Raffinato e accogliente, gode della maestria dello chef – il giapponese Katsumi Soga – in grado di compiere appieno il viaggio nel mondo fusion, dove incontrare gamberi di Mazara del Vallo e daikon, salsa di yuzu e bottarga, scampi e tobiko. Considerarlo solo per mangiare sushi e sashimi sarebbe riduttivo. 
  2. Bentōteca – via San Calocero 3. Tavoli marezzati e pareti carta da zucchero per questo locale nato dalle mani di Yoji Tokuyoshi, 10 anni con Bottura e dal 2015 meneghino d’adozione con il suo ristorante di alta cucina. Dopo il lockdown, la formula del locale cambia rotta e imposta tutto sulla cucina giapponese basata su ingredienti italiani e abbinata a vini naturali provenienti da tutto il mondo. Piatti simbolo sono lo Yakisoba alla pescatora e il Katsusando di lingua.
  3. Ichikawa – via Lazzaro Papi 18. Haruo Ichikawa, il maestro di sushi alla guida di IYO al momento dell’attribuzione della stella Michelin, ha dato vita nel 2019 a questo luogo di divertimento palatale per gli amanti della cucina del Sol Levante. Oltre al classico menu alla carta, la vera esperienza è quella che consiste nel sedersi al bancone e seguire la proposta omakase, che in giapponese significa “avere fiducia, “mettersi nelle mani dello chef”. Insomma, lasciate fare a lui (ma prenotate prima). Sempre della stessa proprietà la catena delle Ichi Station, 6 mini punti vendita dedicati all’asporto e al delivery ma di grande design.
  4. Osaka – corso Giuseppe Garibaldi 68. Apre i battenti in Brera nel 1999 e da allora occupa stabilmente un posto preferenziale nel cuore di molti. Baciato da un’atmosfera calda ma sofisticata, grazie al legno, concede poco alle mode e molto alla tradizione: offre vari nabe, pietanze da cuocere direttamente in tavola, shabu shabu, fondute con carne in sottili fettine e i classici ramen. Tutto è confermato dalla clientela giapponese che da tempo frequenta il ristorante. 
  5. Wicky’s Innovative Japanese Cuisine – corso Italia 6. Punti fermi di questo locale sono il menu ristretto, lo stile nipponico con incursioni mediterranee e la cucina a vista. La personalità del padrone di casa, poi, è parte integrante dell’esperienza al Wicky’s: uno srilankese, Wicky Prian, dalle idee chiare e dalle mani fatate, in grado di dare vera sostanza al concetto di cucina fusion. Tra i classici, Moon Stone, Salmone Pecora e il Sushi Milanese. 
  6. Poporoya – Via Eustachi 17. Poporoya è considerato uno dei padri del sushi a Milano. Aperto nel 1989 da Minoru Hirazawa, racchiude in sé un ristorante e uno store di prodotti alimentari. Atmosfera davvero calda, raccolta e informale nel suo viavai di avventori. Porzioni abbondati e prezzi abbordabili lo rendono amato da sempre, senza dimenticare il valore assoluto del suo chirashi. Non si prenota, si fa la fila e si chiacchiera fuori in attesa del proprio turno.  
  7. J’S HIRO – Via Vittadini, 7. Il Giappone che incontra la Ville Lumière: questa è la definizione di J’S Hiro nelle guide. Luce calda e mobili vintage per una proposta di cucina domestica autentica: provate lo yakimeshi, lo yakisoba o la zuppa di udon con tempura ma anche le cime di rapa e il tiramisù rivisto. Padrona di casa è Hiromi, che cura l’accoglienza e la riuscita della serata. 
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