Home Cibo Cos’è l’osmanto e perché è tanto usato nella cucina cinese

Cos’è l’osmanto e perché è tanto usato nella cucina cinese

di Marta Manzo • Pubblicato 7 Marzo 2021 Aggiornato 19 Ottobre 2021 14:38

L’osmanto è un arbusto sempreverde originario dell’Asia Occidentale i cui fiori profumati sono molto utilizzati nella cucina cinese.

È conosciuto anche come olivo dolce e olivo del tè ed è un arbusto semprevederde, dai fiorellini gialli piccoli e profumati. L’osmanto deriva il suo nome dal greco: osme vuol dire profumo, e nathis fiore. In CinaSi narra che i semi siano stati mandati sulla terra da un dio dal paradiso lunare si chiama gui ha ed è coltivato nei pressi dei templi buddisti: si narra, infatti, che provenga dal paradiso lunare perché un dio, un giorno, volendo lenire le piaghe dell’umanità, ne aveva sparso i semi sulla Terra. Originario dell’Asia occidentale e diffuso in Cina, Giappone e Taiwan, nel Paese del dragone l’osmanto è simbolo d’amore e romanticismo e viene regalato dalla nuova famiglia alla sposa come segno di accoglienza e prosperità. Il suo aspetto e la sua fragranza lo hanno reso un ingrediente molto popolare in alcuni piatti cinesi, che vengono preparati ormai da lunghe generazioni.

Gli usi e le proprietà

Un primo utilizzo, il più semplice, prevede l’infusione dei fiori, un po’ come si fa con quelli del gelsomino. Nella medicina tradizionale cinese, infatti, all’osmanto sono riconosciute proprietà di idratazione della pelle, disintossicanti, di riduzione del catarro e di potenziamento della salute dei polmoni. Il tè ai fiori di osmanto è spesso utilizzato, dunque, quando si ha la pelle secca o si soffre di raucedine. Anche miscelato con altri tè, come succede a Taiwan.

Ancora in purezza, anche in forma di sciroppo, l’osmanto viene utilizzato in Cina per preparare dolci. Il primo è proprio la torta di osmanto, dolce tradizionale a base di farina di riso glutinoso, miele profumato all’osmanto e cristalli di zucchero. Secondo le fonti più accreditate questo dolce sarebbe nato durante la dinastia Ming per mano di Liu Jixiang, venditore ambulante del distretto di Xindu, che, ispirato da un racconto popolare sul sogno di un poeta, avrebbe raccolto fiori freschi di osmanto e li avrebbe mescolati con gli altri semplici ingredienti che lo formano ancora oggi.

Anche la Nian gao, la torta dell’anno nuovo – portafortuna e simbolo di nuovi affari e buoni guadagni – nella provincia di Jiangsu utilizza lo zucchero profumato ai fiori di osmanto, così come le Tangyuan, le piccole palline dolci di riso proposte per la festa delle lanterne e servite in una ciotola d’acqua: le varianti della Cina meridionale prevedono fiori di osmanto, in sciroppo. Così come il Jiu Niang, molto popolare in Cina, una sorta di pudding preparato con il riso fermentato cui spesso si aggiungono i fiori di osmanto (e prende il nome di Gui Hua Jiu Niang). Infine, un altro prodotto che non può prescindere dall’osmanto è il Kuei Ha Chen Chiew, o vino Cassia: il vino di osmanto, appunto. Liquore dolce, solitamente utilizzato come vino da riunione durante il Mid-Autumn festival, si prepara a partire da baijiu (acquaviti) leggere, aromatizzate con i fiori della pianta.