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Ginepro in cucina? Sì, le sue bacche si possono mangiare

di Manuela Chimera • Pubblicato 11 Giugno 2024 Aggiornato 15:15

Le bacche di ginepro si possono mangiare? Sì, ci sono alcune ricette gustose da provare, ma bisogna saperlo usare. Scopriamo dunque che gusto ha il ginepro, quali sono gli abbinamenti migliori da fare e alcune gustose ricette a base di ginepro

Il ginepro non serve solo per decorare parchi e giardini. E neanche per realizzare delle siepi perenni. Il ginepro si usa anche in cucina. Ebbene sì, il ginepro si può mangiare. Anzi, diciamolo meglio: lo possiamo usare per insaporire i nostri piatti o per realizzare liquori come il gin, per esempio. Basta solo non esagerare con le dosi.

Che cos’è il ginepro?

ginepro in cucina

Senza scendere troppo nei dettagli, il ginepro o Juniperus è un genere di piante che fa parte della famiglia delle Cupressaceae. Ne esistono 60 specie, legnose, arbustive o arboree. Di queste, sette sono spontanee qui da noi in Italia.

Le foglie hanno forma variabile, aghiforme o più a forma di squama, di colore verde-azzurro e profumo resinoso. Il portamento è sia arboreo che strisciante, dipende dall’ambiente in cui cresce.

I suoi coni, o meglio, le sue bacche (anche se tecnicamente non sono frutti), si possono mangiare. Da non confondere con i mirtilli (in alcune foto possono essere scambiate in effetti per mirtilli visto che hanno la stessa forma e colore), possono insaporire diversi piatti.

Uso in cucina

Come anticipavamo, le bacche di ginepro si usano per insaporire piatti di carne (perfette per gli stufati o anche la selvaggina), salse, sughi e crauti. Ma non solo: si usano anche per preparare superalcolici come il gin, la grappa, la gineprata o anche un prodotto tipico altoatesino, il Kranewitter.

Considerate anche che dalle bacche, per distillazione, si ottiene l’olio essenziale, l’essenza di ginepro. Dai residui di questo processo di distillazione, se adeguatamente trattato con acqua e concentrato sotto vuoto, ecco che si ottiene l’estratto di ginepro, un liquore sciropposo.

Anche i suoi rami trovano impiego in cucina: si usano per aromatizzare l’affumicatura.

Dal gusto molto aromatico, le bacche devono essere conservate in barattoli a chiusura ermetica. Qui possono riposare per mesi. Se ne avete parecchie, potete anche essiccarle in modo che durino di più.

Il modo in cui le utilizzerete nei piatti, altererà poi l’intensità dell’aroma. Se le lasciate intere, infatti, darà aroma al piatto, ma non ne varierà il sapore. Se invece schiacciate la bacca o la tritate, ecco che l’aroma sarà ancora più intenso, alterando anche il sapore del piatto.

Dal forte sapore aromatico e talvolta con un retrogusto acre, possiamo usarle in cucina nei primi piatti, nei secondi piatti e anche nei dolci.

Proprietà del ginepro

Dal punto di vista della medicina popolare, ecco che l’olio distillato dalle bacche si usa per curare:

  • problemi digestivi
  • disturbi respiratori
  • problemi alle vie urinarie
  • malattie reumatiche

Controindicazioni

Le bacche di ginepro e i relativi derivati non devono essere usate a lungo o a dosi eccessive in quanto sono segnalati casi di insufficienza renale. Inoltre il ginepro non deve essere assunto dalle donne in gravidanza (questo perché pare che aumenti le contrazioni della muscolatura liscia, quindi anche dell’utero). Anche chi soffre di patologie infiammatorie renali o disturbi renali dovrebbe evitare le bacche di ginepro.

Ricette a base di ginepro

ginepro carne

Solitamente le bacche di ginepro sono usate soprattutto per insaporire la carne. Per esempio, potete preparare un classico spezzatino di manzo col ginepro. Un po’ più di lavoro ci sarà nella preparazione del brasato di manzo alla birra o nella ricetta della tasca di vitello con funghi, un secondo assai ricco. Se volete delle carni alternative, ecco che anche nel saporito coniglio in civet si usa il ginepro.

Se avete il Bimby, invece, qui trovate la ricetta della lonza alla birra con salvia e ginepro.

Tuttavia il ginepro si sposa bene anche con il pesce. Lo sa bene chi prepara l’insalata di mare o l’aringa affumicata al cartoccio.

All’appello, però, mancano i primi piatti. Non temete, perché anche qui le bacche di ginepro possono intervenire col loro sapore unico. Per esempio, potete preparare un ragù di cervo che vi ricordi i sapori della montagna.

O potete andare sulla cucina regionale con i bigoli con l’anatra, primo piatto tipico del Veneto. Sempre con il ginepro potete preparare anche un sugo di agnello, così come gli gnocchi al ragù di zampone.

E i crauti? Beh, il top sarebbe preparare i crauti alla tirolese fatti in casa.

Qualcuno, poi, ha anche provato a usare le bacche di ginepro nei dolci. Effettivamente si può provare a fare la marmellata che poi useremo nelle crostate. C’è anche chi preparare creme e dessert freddi a base di bacche di ginepro e timo. In questo caso basta lasciare tali spezie in infusione nel latte che poi dovremo montare a crema. Ma possiamo usarli anche per speziare i biscotti.

Per quanto riguarda i liquori, invece, si parte sia dalle bacche fresche che da quelle essiccate. Basterà farle macerare in alcol per 10-15 giorni in un contenitore chiuso ermeticamente. Poi si filtra e si aggiunge uno sciroppo di acqua e zucchero, facendo bollire il tutto. Si fa riposare e poi si imbottiglia.