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Cos’è il rabarbaro? E a cosa fa bene?

di Beatrice Mencattini 8 Maggio 2024 15:30

Il rabarbaro è una pianta erbacea di cui esistono ben 60 specie e si utilizza spesso in cucina per preparare dolci, confetture e liquori.

Sui social tutti ne parlano forse a causa del suo nome che a pronunciarlo suona divertente. Ma cos’è il rabarbaro?

Cos’è il rabarbaro?

Il rabarbaro è una pianta erbacea rustica della famiglia delle Polygonaceae, originaria del Tibet e della Cina Occidentale, oggi diffusa anche in Europa e in tutta l’Asia. Il nome deriva dall’unione delle due parole greche ra e barbaron, la cui traduzione significa pianta coltivata tra le tribù barbare, e molte testimonianze portano a pensare che già nel III millennio a.C. fosse una pianta conosciuta e utilizzata in Cina sia come medicina che come ornamento.

Di cosa sa il rabarbaro?

Dalla forma simile al sedano, il rabarbaro è caratterizzato da un sapore amaro, da un gambo con al vertice grandi foglie, generalmente di colore verde che, in base alla tipologia, sfumano dal giallo al rosso e si presentano divise o intere, e da fiori di colore giallo, verde o cremisi che sbocciano sopra le pannocchie nel periodo estivo. Sono mangiate le coste, se prive di macchie gialle, utilizzate le radici a scopo terapeutico da chi soffre di problemi di digestione, e scartate le foglie, perché ricche di acido ossalico e quindi considerate tossiche.

Le specie di rabarbaro

rabarbaro

Esistono circa 60 specie diverse, ma le più conosciute e diffuse oggi sono il Rheum palmantum o rabarbaro cinese, il Rheum officinale, il Rheum undulatum e il Rheum rhabarbarum. Mentre l’utilizzo del Rheum palmatum è generalmente ornamentale per via dell’aspetto molto gradevole delle foglie, quello delle altre specie è principalmente riferito al suo impiego in cucina e nella fitoterapia, prestando sempre attenzione alle foglie. Quello con polpa e gambo di colore verde, dal sapore leggermente acre è coltivato in misura minore di quello con il gambo rosso e la polpa verde, dal sapore aspro e dall’acidità meno invadente.

Stagionalità del rabarbaro

rabarbaro e fragole

Il rabarbaro cresce negli orti in compagnia delle fragole ed è meglio raccoglierlo nella primavera e nell’estate del secondo anno di coltivazione.

Proprietà nutritive del rabarbaro

rabarbaro

La pianta di rabarbaro contiene il 93% di acqua, circa il 2% di fibre e il restante 5% suddiviso fra carboidrati, proteine e zuccheri. Ricco di vitamine A e B, non è privo di vitamine C, D, K e J e di sali minerali, quali potassio, calcio, magnesio, ferro, fosforo, manganese e selenio. Dall’elevato contenuto di glucosidi antrachinonici, il rabarbaro è utilizzato da chi soffre di stitichezza e ha problemi dell’apparato digerente. È anche un buon alleato per chi soffre di malattie croniche del fegato. È meglio evitarne il consumo intensivo, specialmente nei bambini, nelle donne in gravidanza e in allattamento, nei casi di diverticolite, ulcere e emorroidi.

Metodi di Coltivazione

La coltivazione è relativamente semplice e può essere realizzata anche nel giardino di casa. Per ottenere una buona crescita, è consigliabile piantare il rabarbaro in un terreno ben drenato e ricco di sostanza organica. Si consiglia inoltre di posizionare le piante in un’area soleggiata ma protetta dai venti forti. Durante la stagione di crescita, è importante mantenere il terreno umido e rimuovere regolarmente le infestanti per favorire lo sviluppo delle piante.

 Usi in cucina del rabarbaro

rabarbaro

Prima di utilizzare il rabarbaro è necessario pulirlo, eliminando la parte verde delle foglie e sfogliandolo come un sedano. Più il rabarbaro è rosso, più il sapore tenderà al dolce, mentre man mano che passano i giorni tende ad acquisire un sapore sempre più amarognolo. È utilizzato per le marmellate, sia solo che accostato ad altri frutti come le fragole, per i dolci, per amari digestivi e nei cocktail per bilanciarne il sapore.

Consigli per l’acquisto e la conservazione

Quando si acquista, è consigliabile scegliere steli freschi e croccanti, privi di macchie e segni di deterioramento. Per conservarlo, è possibile avvolgere i gambi di rabarbaro in un panno umido e riporli nel cassetto del frigorifero, dove rimarranno freschi per diversi giorni. In alternativa, il rabarbaro può essere congelato per prolungarne la conservazione e utilizzato successivamente in molte preparazioni culinarie.

Curiosità e aneddoti

Il rabarbaro ha ispirato molte leggende e superstizioni nel corso della storia. In alcune culture, ad esempio, si credeva che il rabarbaro avesse poteri magici e protettivi contro le malattie e gli spiriti maligni. Inoltre, è stato protagonista di molte tradizioni culinarie, come ad esempio la celebre torta di rabarbaro, un dolce tipico della cucina britannica che viene consumato durante le festività pasquali.