La cucina emiliano-romagnola, ricca di sapori e storia, porta immediatamente alla mente immagini di commensali riuniti attorno alla tavola per celebrare feste e ricorrenze. Ruolo tradizionale di fondamentale importanza è quello dell’azdora, la padrona di casa, intenta a preparare paste ripiene (tortellini, cappellini, tagliatelle e ravioli), piadine e piatti a base di carni. Tutta la regione e in particolare Bologna, tra le capitali della cucina italiana, offre piatti tipici noti e ormai diffusi su tutto il territorio nazionale.
Le tagliatelle al ragù bolognese, le lasagne al forno e i tortellini in brodo rappresentano al meglio la tradizione gastronomica della regione. Molti gli ingredienti e i prodotti che che si distinguono per eccellenza: a partire dal Parmigiano Reggiano, prodotto esportato e imitato in tutto il mondo, per proseguire con gli insaccati lavorati come la coppa di Piacenza, il culatello e il prosciutto di Parma DOP, lo zampone di Modena e la mortadella di Bologna.
Di grande importanza anche la tradizione vitivinicola della regione che ha una produzione di vini che si accompagna perfettamente ai piatti: dal Lambrusco al Trebbiano, non dimenticando il Sangiovese e tutte le selezioni dei Colli. Le due cucine, pur se accomunate geograficamente, presentano comunque alcune differenze di base: la cucina emiliana è molto sostanziosa, per via di salse e condimenti ricchi e generosi, mentre quella romagnola è più orientata verso una cucina di mare e su sapori più speziati.
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