Lenticchie: le migliori varietà e i valori nutrizionali
Oltre alla lenticchia cosiddetta “Egiziana”, sono rinominate quelle di “Villalba”, del “Fucino”, di “Altamura”, di “Mormonna” e la “Lenticchia si Castelluccio di Norcia”. Quest’ultima, a Indicazione Geografica Protetta dal 1996, si distingue per l’inconfondibile sapore, per le ridotte dimensioni e per il variegato colore dei chicchi, dal verde al marrone chiaro. In cucina costituiscono un piatto molto nutriente e proteico, ricco di fosforo ferro e vitamina B.
Come cucinare le lenticchie
Spesso, prima della loro cottura, devono essere tenute in ammollo per tempi che differiscono in base alla freschezza del prodotto. La lenticchia si conserva bene in scatola o in vetro, dove è di solito lessata o precotta in umido. Per la cottura si consiglia l’utilizzo di pentole di acciaio inossidabili, ferro smaltato o, meglio ancora, terracotta. Le lenticchie figurano in numerose ricette che si possono raggruppare genericamente in zuppe o minestre e in contorni, solitamente in umido, ma sono ottime anche come condimento per la pasta e risotti. In altri paesi è solito trovarne anche in preparazioni di purè e insalate.
Abbinamenti con le lenticchie
Le proteine vegetali dei legumi posseggono uno spettro di aminoacidi incompleto che, tuttavia, viene colmato se consumati in combinazione con i cereali: in questa maniera abbiamo pietanze che apportano un buon quantitativo di calorie e proteine nobili complete.
Per questa ragione le lenticchie si prestano particolarmente per la preparazione di piatti unici, come la classica pasta e lenticchie o la zuppa di lenticchie e farro. Con le lenticchie, inoltre, è possibile realizzare squisite ricette 100% vegetariane, come polpette e hamburger.