Stufato di cinghiale

Lo stufato di cinghiale è un piatto caratterizzato dai sapori autentici della cucina rustica. Tenero, aromatico e avvolgente, si sposa bene con polenta o pane caldo. Ottimo da portare in tavola in occasione di pranzi e cene in famiglia.

di Roberta Favazzo 28 Dicembre 2024

Lo stufato di cinghiale è uno di quei piatti che portare in tavola durante le stagioni più fredde è un vero piacere. Si tratta di una pietanza rustica, corposa, capace di conquistare anche i palati più esigenti a base di carne di cinghiale cotta lentamente, insaporita con spezie, vino rosso, erbe aromatiche e arricchita da verdure (come carote, sedano e cipolle). Il segreto per uno stufato di cinghiale memorabile sta nella marinatura. Prima di tutto, lasciate la carne a bagno per diverse ore (meglio se una notte intera) con vino rosso, aromi e magari qualche spicchio d’aglio. Questo passaggio non serve solo per ammorbire la carne, ma elimina quel caratteristico sentore “selvatico” che può non piacere a tutti.

Anche la cottura richiede qualche accorgimento, in primis un buona dose di pazienza: fuoco basso e tanto tempo. Lo stufato deve sobbollire lentamente, affinché i sapori si mescolino alla perfezione e la carne diventi tenera al punto giusto. È il piatto ideale per le domeniche d’inverno, specie quelle trascorse in famiglia. In quanto agli abbinamenti, optate per un buon vino rosso corposo, come un Chianti o un Barolo, e servite lo stufato con una polenta fumante, un purè di patate o anche del semplice pane rustico. Per la presentazione, puntate sulla semplicità: un piatto fondo, qualche rametto di rosmarino fresco e un filo d’olio a crudo.

Ingredienti per 4 persone

  • Preparazione 20 min
  • Cottura 150 min
  • Calorie 315 Kcal x 100g
  • Difficoltà bassa

Come preparare: Stufato di cinghiale

  1. La sera prima, mettete i pezzi di cinghiale in una ciotola capiente con il vino rosso, una carota, una costa di sedano, mezza cipolla a pezzi, due spicchi d’aglio, l’alloro, il rosmarino e le bacche di ginepro. Coprite e lasciate riposare in frigo per almeno 8-12 ore.

  2. Scolate il cinghiale dalla marinatura e asciugatelo con carta da cucina. Filtrate il liquido e tenetelo da parte. Tritate finemente la restante cipolla, carota e sedano. In una casseruola, scaldate l’olio e rosolate il cinghiale a fiamma viva finché non sarà ben dorato. Toglietelo e mettete da parte.

  3. Nella stessa casseruola, soffriggete il trito di verdure e l’aglio rimanente. Aggiungete il concentrato di pomodoro e fate insaporire. Rimettete il cinghiale, sfumate con un mestolo di marinata e aggiungete la passata di pomodoro.

  4. Coprite con il brodo e cuocete a fuoco basso per 2-3 ore, mescolando di tanto in tanto. Regolate di sale e pepe. Servitelo caldo.

Consigli

Amate i sapori decisi? Unite delle olive nere o dei funghi porcini secchi, precedentemente ammollati. Per una variante più dolce, provate ad aggiungere prugne secche o del miele di castagno.

Conservazione

Lo stufato si conserva perfettamente in frigorifero per 2-3 giorni, ben chiuso in un contenitore ermetico. Se avanza (raro, ma possibile), diventa ancora più buono il giorno dopo. Potete anche congelarlo per un massimo di 3 mesi.

Variante Stufato di cinghiale

Se volete un’alternativa light, sostituite il vino rosso della marinatura con vino bianco e aggiungete spezie come timo o maggiorana. E non dimenticate: le lunghe cotture rendono tutto più buono, ma attenzione a non far asciugare troppo il sugo (tenete a portata di mano un mestolo di brodo).

Che lo serviate con polenta o pane caldo, lo stufato di cinghiale è un abbraccio di gusto. Provate, sperimentate e lasciatevi conquistare.